In Spagna la Corte suprema fa arrabbiare le banche con una sentenza a favore dei consumatori: le banche devono pagare l’imposta di bollo sugli atti legati al mutuo. È il contrario di quello che la stessa Corte aveva affermato lo scorso febbraio, e sta avendo già i primi effetti: le banche spagnole fanno un tonfo sul mercato azionario. Tra i motivi il fatto che se gli effetti della sentenza fossero retroattivamente, le banche dovrebbero restituire milioni di euro agli spagnoli. Come riporta El Pais, nella sua risoluzione, la Corte Suprema interpreta a favore del mutuatario (cioè il cliente ipotecato) la legge sull’imposta di trasferimento di proprietà e gli atti legali documentati.
Di che si tratta?
L’imposta di atti legali documentati tassa alcuni documenti notarili o mercantili, tra cui gli atti del mutuo ipotecario. La commissione è una percentuale dell’importo del prestito (in effetti, sulla cosiddetta responsabilità ipotecaria) ed è gestita dalle comunità autonome. Ce ne sono alcuni che applicano un tasso dello 0,5% come Paese Basco e altri come Andalusia o Aragona che applicano l’1,5%. La maggior parte ha bonus speciali per alcuni gruppi (disabili, per esempio).
A quanto pare, la questione era stata risolta lo scorso febbraio, quando la sessione plenaria del Tribunale civile ha approvato che era il cliente a pagare l’imposta per la firma del mutuo. Ma poi, la questione è poi arrivata sul tavolo del Consiglio di contenzioso amministrativo, che è responsabile per la risoluzione dei problemi relativi alla interpretazione delle leggi, ma secondo le associazioni dei consumatori è certo che il cliente possa recuperare l’imposta pagata negli ultimi quattro anni (il termine di prescrizione per i pagamenti delle imposte), ma non è chiaro se la domanda dovrà essere fatto per l’Agenzia delle Entrate o al banche.
Per avere un’idea del peso economico di questa sentenza, si consideri che per un’ipoteca media concessa in Spagna, di 120mila euro, il denaro versato per questa tassa sarebbe compreso tra 600 euro e 1.800 euro.
E in Italia?
E in Italia, quali sono le spese a carico del cittadino che accende un mutuo? Riportiamo l’elenco stilato dal portale Facile.it
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Spese di istruttoria
Sono i costi per l’apertura della pratica, che la banca richiede per studiare la domanda di mutuo e per dare la propria valutazione di fattibilità . Tali spese possono aggirarsi tra lo 0,50 e l’1% dell’importo del mutuo (di solito l’ammontare viene detratto dalla somma erogata), anche se in alcuni casi sono nulle. In fase di apertura, ci sono a volte dei documenti da presentare per la richiesta del mutuo, i quali, naturalmente, hanno un costo. Si tratta, di solito, dei certificati di residenza o dello stato di famiglia (rilasciati dal Comune al costo della marca da bollo), o dei certificati di iscrizione alla Camera di Commercio in caso di professionisti.
La perizia
Bisogna poi considerare le spese per la perizia sull’immobile, indispensabile alla banca per decidere quale importo concedere come finanziamento. Il perito, che solitamente è legato alla banca stessa, costa intorno ai 300 euro, oltre all’Iva, al contributo per la sua cassa di previdenza e al rimborso spese di viaggio.
L’atto notarile
Al momento della stipula del contratto, poi, occorre pagare il notaio, il cui costo varia, ovviamente, da professionista a professionista. Si possono preventivare però almeno 2 mila euro di spese, considerati anche i costi dell’atto di iscrizione dell’ipoteca.
Le imposte
Una volta ottenuto il finanziamento, questo figura come un’entrata nell’economia familiare e, in quanto tale, è soggetta ad imposte (che vengono trattenute direttamente dalla banca). Se il finanziamento riguarda la prima casa, si parla dello 0,25% del valore del mutuo (del 2% se il finanziatore è un ente diverso da una banca o da una finanziaria assimilata); se si tratta della seconda casa o di immobile commerciale, l’imposta sale al 2% per i contratti stipulati fino a fine 2013, mentre per quelli stipulati a partire dal 2014 è prevista un’imposta fissa di 50 euro. Ammonta a 200 euro l’imposta sostitutiva per il mutuo seconda casa se l’immobile si acquista direttamente dalla società costruttrice entro quattro anni dalla fine dei lavori.
Le polizze assicurative
Insieme al mutuo, spesso, la banca erogatrice sente la necessità di vendere polizze assicurative ad ulteriore garanzia del finanziamento. Possono essere polizze vita, polizze contro la perdita del lavoro, polizze che assicurano la casa dagli incendi, che vincolano il pagamento dei danni a beneficio della banca stessa. I premi di tali polizze – spesso pari solo a qualche decina di euro – vanno aggiunti al conteggio complessivo delle spese. A tutela della concorrenza, per legge, le banche sono tenute a fornire almeno altri due preventivi di compagnie assicurative alternative alla propria, che offrano polizze con lo stesso tipo di garanzie.