Dal supermercato alla farmacia, i consumatori spendono fino a 90 euro all’anno per i sacchetti biodegradabili. La fonte di questa stangata? Secondo alcuni quotidiani che nei giorni scorsi si sono cimentati a stimarne l’impatto, il mega aumento degli shopper bio per l’ortofrutta – obbligatori dal gennaio scorso – che sarebbero passati da 1-2 centesimi a ben 10 centesimi.
Vero? No, falso. Basta farsi un giro a un qualsiasi supermercato nei pressi delle bilance per capire che il prezzo rilevato sullo scontrino di frutta e verdura è di 1-2 centesimi a seconda dell’insegna del supermercato. Quello che costa 10 centesimi – a volte anche 8 cent – è la sporta in plastica che si paga – dal 2011 – alle casse per contenere la merce. E quel prezzo non è aumentato. Che qualche giornale si sia sbagliato e abbia sbagliato la busta?
“Non ci risultano speculazioni sui sacchetti bio per frutta e verdura ma siamo sempre aperti a ricevere qualsiasi segnalazione”. Lo ho specificato all’Adnkronos il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari, intervenendo in merito alla presunta corsa ai rincari sulle buste bio. “Quando si danno certi numeri è bene saperli circostanziare” afferma Versari sottolineando che i bio shopper per il trasporto della merce “costano 10 centesimi dal 2011″. E ribadisce “Dal nostro osservatorio non ci risulta che le catene dei supermercati abbiano speculato sugli ultraleggeri per frutta e verdura”.