Ancora un record polverizzato. Le analisi su 20 campioni di uva effettuate in Svizzera dalla rivista KTipp hanno fatto l’en plein: tutti e 20 i prodotti sono stati trovati contaminati da pesticidi – oltre la metà di essi in quantità tutt’altro che trascurabili. Non solo, il laboratorio ha trovato non meno di 15 sostanze critiche nelle uve di Eurospar provenienti dalla Turchia.
L’uva è stata acquistata dai maggiori supermercati. L’editore – racconta la redazione di KTipp – non ha resistito alla tentazione di mangiare alcuni dei frutti non lavati e poco dopo ha avuto mal di stomaco. Dopo aver ricevuto il rapporto del laboratorio, ha capito perché: tutte le uve contenevano residui di pesticidi. 16 dei 20 campioni erano carichi di sostanze. I frutti provenivano da Italia, Francia, Spagna e Turchia.
La quantità maggiore di fitofarmaci è stata trovata nella costosa varietà “Muscat de Hambourg” di Globus. Per circa 16 milligrammi di residui di pesticidi, i clienti della controllata di Migros pagano oltre 13 euro al chilogrammo. In confronto, l’uva meno contaminata di Denner conteneva “solo” 0,13 milligrammi. Eppure, complice una legislazione che non tiene conto del numero di residui contemporanei in un alimento, i massimi legali non sono stati superati in nessun campione.
Ben 11 i campioni di uva che provenivano dall’Italia. E non si può dire che il made in Italy si sia distinto per l’uso moderato di pesticidi. 5 sostanze diverse, per esempio, sono state rilevate tanto nel prodotto “Prima gusto” venduto da Coop Svizzera che in quello a marchio Lidl, e più in generale tutta l’uva raccolta in Italia ha mostrato tracce di veleni.
In 14 grappoli il laboratorio ha trovato acido fosfonico. Il fungicida, secondo l’Ufficio tedesco per la protezione dei consumatori, è tossico per gli uccelli, i mammiferi e gli organismi acquatici. Dopo un test sulla pelle dei conigli, la sostanza è stata classificata come “altamente corrosiva”.
Ancora una volta immediate le reazioni delle catene citate dal test.
Spar, per esempio, ha comunicato che ha revocato il contratto con il fornitore turco. Gran parte delle insegne però non vedono alcun motivo per agire: Migros, Globus, Aldi e Lidl sottolineano che tutti i residui sono al di sotto dei limiti di legge, Coop scrive che le uve sono trattate con prodotti per la protezione delle colture legalmente autorizzati.
Certo è che, nonostante si tratti di campioni da agricoltura convenzionale dove si possono utilizzare pesticidi, è evidente da queste e da altre analisi come i trattamenti siano ben lontani da essere fatti con tecniche che garantiscono l’assenza nel prodotto finale che finisce in tavola.