Una risposta arrivata dopo anni di richieste. È quella contenuta nel decreto dignità con il divieto della pubblicità del gioco d’azzardo. Un provvedimento richiesto a gran voce da diverse associazioni che hanno lanciato da tempo la campagna “Mettiamoci in gioco”, il cui portavoce è don Armando Zappolini. Il Salvagente lo aveva sentito esattamente due anni fa e oggi gli abbiamo chiesto se ci si può ritenere soddisfatti di questo provvedimento.
Don Zappolini, voi avevate fatto delle richieste con la campagna “Mettiamoci in gioco” e una risposta è arrivata. È quella che chiedevate?
Sì, è il primo punto che chiedevamo per cui siamo contenti che si parta da questo che secondo noi è il modo di indebolire molto questo sistema che produce difficoltà in tante persone. Poter abolire completamente la pubblicità è chiaramente una tutela verso le persone che, magari irretite da una pubblicità molto ben fatta e illusoria, credono di risolvere i loro problemi di precarietà con un grattino, una macchinetta o una scommessa.
Le multinazionali del settore minacciano un’azione contro lo Stato Italiano…
Il provvedimento segue quanto è stato fatto anni fa col fumo. In quel caso non mi sembra che sia fallita nessuna multinazionale del fumo… Se è appurato che il fumo o il gioco d’azzardo fanno danni alle persone, mi sembra il minimo non far pubblicità, oltretutto in modo così pesante e invasivo. Questo per noi è un passo importante, che noi valutiamo in modo positivo, ma poi va portato avanti il lavoro perché ci sono altre cose da fare
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Quali passi dovrebbero essere ancora fatti?
Si possono riassumere nella richiesta di una proposta di legge organica del sistema. Noi non pensiamo che si possa cancellare d’un tratto il gioco d’azzardo dal costume del Paese. Son quasi 30 milioni gli italiani che hanno un rapporto col gioco.
30 milioni di giocatori?
Si valutano dai 25 ai 30 milioni le persone che hanno fatto una volta una scommessa, partecipato a una lotteria, per cui è un fenomeno che non si può cancellare; però si può regolamentare con alcuni punti di riferimento che sono: la salute dei cittadini, il non coinvolgimento pesante dello Stato in qualcosa che provoca danni, il diritto alla cura reale per le persone che vivono una patologia o una difficoltà.
Avete parlamentari che vi ascoltino?
Nella precedente legislatura i parlamentari 5 stelle, PD e di altri partiti erano coinvolti. Adesso anche nel contratto di governo, come si è visto anche nel provvedimento di Di Maio, hanno inserito il tema nel loro programma. È chiaro che i 5 stelle saranno un interlocutore prioritario ma noi ci auguriamo – e questo è il motivo di un incontro che chiederemo a breve con i presidenti di Camera e Senato – che su questo tema ci sia un concorso di vedute, una volta sbloccato il potere delle lobbies, per fare una legge che davvero risponda in modo compiuto a queste esigenze.
Voi chiedete anche che il ricavato delle multe a chi va contro il provvedimento non vada a finanziare la cura della patologia per evitare che ci sia un finanziamento solo occasionale
Primo che non sia occasionale e secondo che il ricavato delle multe del gioco d’azzardo non sia legato alla cura della patologia perché altrimenti sembrerebbe una malattia speciale. Invece serve che chi guadagna sull’azzardo paghi le tasse “vere” e non finte come quelle pagate finora e che questi soldi vadano alla fiscalità generale e che il malato di patologie da gioco d’azzardo venga preso in carico dal servizio sanitario nazionale. Se no qui ci sono i soliti professori che si aprono studi specialistici che guadagnano sulla pelle della gente oppure finanziamenti spot che sono fuori dalla normalità.
Ma attualmente il servizio sanitario non passa delle cure?
Lo Stato dal decreto Balducci fino al decreto Lorenzin ha fatto sì che questa malattia fosse riconosciuta e fosse messa nei livelli essenziali di assistenza per cui in teoria dà diritto alla cura ma in realtà se non ti danno risorse, se i servizi sanitari pubblici non hanno strutture né personale, la gente che chiede aiuto non sa dove andare. Bisogna investirci delle risorse perché questo diritto sia realmente accessibile. Ecco perché serve una legge organica che si fa carico di tutto il sistema.
Riguardo alla tassazione, perché parla di tasse “finte”?
Ci sono aziende che sono tassate allo 0,9 o al 2,5% perché finora tutto è stato incentivante al consumo, all’uso, a giocare, a scommettere, a tirar su i soldi e ciò ha creato un sistema allucinante. L’Italia è un fenomeno unico al mondo: per giocatori d’azzardo dopo Stati Uniti e Giappone ci siamo noi. E si pesca sempre tra la povera gente, tra i precari, i giovani, i disoccupati, i lavoratori interinali. Un assalto alla diligenza dei poveri.
La pubblicità crea l’illusione di poter arricchirsi subito e con facilità
Sì perché, come dicono i guru della comunicazione, se dici 50 volte una bugia alla fine qualcuno crede che sia vera. Basta pensare quante volte si sente dire che si vince, si vince facile, con poco ti sistemi, con 5 euro ti cambia la vita. Ecco perché la pubblicità è la prima cosa che va bloccata, da lì parte tutto.
Ma è stata bloccata completamente in base a quanto è scritto sul decreto?
È esentata da questo divieto la Lotteria Italia e quelle che vengono fatte una volta l’anno. E in più c’è tempo un anno per adeguarsi, per via dei contratti che sono stati già stipulati. Ma non è un problema, dopo anni di far west, attendere un anno. Però a giugno dell’anno prossimo tutto dovrebbe andare a regime, con grande rabbia da parte delle televisioni private, sportive, satellitari, perché chiaramente si toccano decine di milioni di euro di pubblicità. La salute dei cittadini però è prioritaria rispetto agli interessi di qualche azienda che da tanti anni fa soldi sulla pelle dei cittadini.patia