La piattaforma online Asos  che vende capi d’abbigliamento e accessori di oltre 850 brand metterà uno stop ufficiale anche a cashmere, seta, piumino e piume entro la fine di gennaio 2019. «In risposta alle campagne PETA, i consumatori stanno cambiando il volto del settore chiedendo ai designer e ai rivenditori di abbandonare i materiali di derivazione animale a favore di alternative senza crudeltà che sembrano perfettamente adatte e non causano sofferenza», ha commentato il direttore dei progetti aziendali, Yvonne Taylor.
La piattaforma non è nuova a queste iniziative di tutela del benessere animale: ha già bandito il mohair, lana ricavata dalle capre di razza d’Angora come, d’altronde hanno fatto grandi gruppo come Topshop e H&M. Dopo la pubblicazione da parte di PETA di un video che svelava le modalità di produzione del mohair in Sudafrica lo scorso maggio, oltre 140 marchi, tra cui Topshop, H&M e Marks & Spencer, ne hanno interrotto la produzione. Questo a causa delle condizioni considerate barbare in cui milioni di capre vengono trattate e uccise. Ma la questione riguarda anche altre specie. Ogni anno infatti, per realizzare piumini e capi in cashmere e seta, sono tantissime le industrie nel mondo che sfruttano oche, anatre e bachi da seta, negando loro la libertà e causando a queste specie senzienti un dolore che potrebbe essere evitato. Questo perché ormai, anche grazie all’interesse e alla consapevolezza dei consumatori arrivate ormai a un punto critico, tantissime aziende hanno riconvertito parte della produzione con fibre tessili alternative e altrettanto calde, confortevoli ed eleganti.