Non va benissimo a Free in Francia. L’operatore appena sbarcato in Italia col nome di Iliad, pochi giorni dopo aver annunciato il primo calo degli abbonati fissi nella sua storia (-19.000 nel primo trimestre del 2018), ha annunciato un cambiamento a 360° nella sua strategia commerciale che non ha fatto contenti i cugini transalpini. Spiega in una nota l’Ufc, la principale associazione di consumatori francesi: “Mentre ci aveva abituato a non fare come gli altri, ha deciso di applicare gli stessi metodi dei suoi concorrenti. Non più offerte promozionali temporanee tramite il sito Vente-privee.com che ha attratto soprattutto i clienti amanti dei buoni piani. Ora, l’operatore applica un tasso promozionale il primo anno a tutti i nuovi clienti, così come Orange, SFR e Bouygues”.
Fin qui un cambio di strategia che può anche fare contenti i francesi. Senonché, secondo l’Ufc, il prezzo basso sparato in caratteri grandi in pubblicità (9,99 € / mese per Freebox Crystal e solo 19,99 € al mese per Freebox Revolution, ad esempio), nasconde un trucchetto: “è solo leggendo le righe in caratteri microscopico, appena sotto, che apprendiamo che questi pacchetti saranno addebitati rispettivamente a 24,99 e 44,99 al mese alla fine del primo anno, o 5 € in più rispetto al precedente. Inoltre, ogni offerta è ora soggetta a un impegno di 12 mesi, il che non è era mai successo fino a oggi”.
E in Italia…
Una svolta che non lascia tranquilli quanti, da noi, hanno deciso di passare a Iliad grazie a una promozione che garantisce al primo milione di utenti che attiverà “per sempre”, una tariffa di 5,99 euro mensili (30 giga di dati in 4G+, minuti e sms illimitati, oltre a minuti illimitati verso oltre 60 destinazioni internazionali indicate sul sito dell’operatore).
Un’operazione che ha suscitato le perplessità di Cittadinanzattiva che si chiede quale sarà la tariffa che sarà applicata ai clienti “non inclusi nel primo milione di contratti”.
E ancora, non ci è chiaro come potrà essere garantita a pieno la connessione internet – sia in termini di accesso ai contenuti, che in termini di qualità del servizio erogato – essendo per il momento disponibile un IP francese e non avendo ancora piena autonomia infrastrutturale della rete.
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Cittadinanzattiva ha posto la questione all’attenzione delle Autorità preposte – Antitrust e Agcom- inoltrando una richiesta di chiarimenti per avere informazioni certe sul tema e verificare che non vi siano state scorrettezze da parte della compagnia francese, e eventuali ristori per i consumatori.