Fenossietanolo, l’Agenzia francese: no all’uso nei prodotti per neonati

L’Agenzia francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari ha confermato la sua raccomandazione del 2012 di non utilizzare il fenossietanolo nei prodotti destinati a venire a contatto con il sedere dei neonati e di limitare la concentrazione allo 0,4% negli altri cosmetici. La decisione dopo la pubblicazione dei risultati dello studio condotto dal Comitato scientifico specializzato temporaneo, presto dalla stessa Agenzia per giungere ad un giudizio univoco sul conservante dopo che il Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori lo aveva assolto.

Facciamo un passo indietro. Nel 2016, quattro anni dopo la presa di posizione dell’agenzia francese, il Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori aveva dichiarato sicura una concentrazione dell’1% di fenossietanolo nei prodotti cosmetici per tutte le popolazioni, compresi i neonati.

Dopo la pubblicazione di questo parere che nei fatti sconfessava quanto sostenuto fino ad allora dall’Ansm, quest’ultima aveva deciso di istituire un Csst (comitato scientifico specializzato temporaneo) con il compito di verificare la validità delle restrizioni poste dall’Agenzia. Il Comitato ha così valutato le conclusioni di uno studio nazionale condotto tra il 2013 e il 2016 per valutare l’esposizione ai cosmetici. Quest’ultimo indica che i genitori giornalmente utilizzano in media almeno cinque cosmetici sulla pelle dei loro piccoli. Tra i prodotti più usati ci sono le salviettine, i detergenti per capelli e corpo, il latte idratante per il corpo e le creme per il sedere. Lo studio ha indicato che le salviette e i prodotti che si spalmano sul sedere costituiscono sono una parte essenziale dell’esposizione al fenossietanolo. I ricercatori hanno quindi concluso il lavoro suggerendo di mantenere le limitazioni fissate dall’Agenzia (il non utilizzo nei prodotto destinati a venire a contatto col sedere dei bimbi) e di innalzare all’1% la concentrazione per tutti gli altri cosmetici.

Tuttavia, la parte più interessante dello studio è un’altra, ovvero la scoperta di un legame tra l’esposizione  al fenossietanolo delle donne incinta e lo sviluppo di anomalie riproduttive nelle stesse donne. In altre parole, lo studio ha dimostrato che “l’innalzamento della concentrazione di acido fenossiacetico [principale metabolita del fenossietanolo] misurato nelle urine delle donne raccolte all’inizio della gravidanza è stato associato ad un aumento del tempo necessario per concepire, cambiamenti nel livelli di diversi ormoni steroidei nel sangue del cordone ombelicale e cambiamenti nel punteggio di comprensione verbale”. Per questo motivo il Comitato ha suggerito di adottare anche precauzioni per quest’altra categoria di soggetti. Adesso la palla passa alla Commissione europea cui l’agenzia francese si è rivolta per cercare una soluzione valida in tutti gli stati membri. In attesa di una soluzione, nel nostro paese molte aziende hanno già abbandonato l’uso del conservante: grazie ad una nostra petizione – firmata da oltre 50 mila consumatori – infatti, la gran parte delle aziende cosmetiche hanno sostituito l’uso del fenossietanolo con sostanze di uguale efficacia ma più sicure.

 

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