Lo scandalo delle carte di identità elettroniche: 350mila sono difettose

Forti disagi per i cittadini perché in possesso di una Carta di identità elettronica (Cie) difettosa e quindi non “riconosciuti” dai sistemi di controllo. Secondo l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, sarebbero 346.275 le card prodotte dal Poligrafico dello Stato sulle quali è stata caricata una versione non aggiornata del software da installare sul microchip. Per le casse comunali, stima l’Associazione presieduta dal sindaco di Bari Antonio Decaro, un danno di 50 milioni ma le conseguenze per i cittadini in procinto di partire per le vacanze potrebbero essere altrettanto pesanti.

Non solo ritardi…

La Cie, istituita 10 anni fa, ha sempre dato dei problemi. Nei Comuni che hanno deciso di avviare la sperimentazione, come Roma, i tempi di attesa per il rilascio si aggirano ancora tra i 3 e i 4 mesi. Ora si scopre che in moltissimi casi le card sono anche difettose.

Nei mesi compresi fra ottobre 2017 e febbraio 2018, a quanto si apprende dopo lo scoop del Messaggero, il Poligrafico dello Stato ha prodotto e inviato ai comuni carte “fallate”: il microchip installato non era stato testato prima e i dati sono risultati illeggibili dagli strumenti elettronici. Il rischio, quindi, è che le Cie siano rifiutate, soprattutto alla frontiera. Un problema che, come fa notare il quotidiano romano, “era già stato individuato nel mese di febbraio“, ma nessuno aveva informato i cittadini o i comuni.

Difficile avviare la sostituzione

Ora si tratta di capire come sostituire le card difettose e nello stesso tempo avvertire i malcapitati. Dovendo correre ai ripari, il Poligrafico ha diffuso una nota nella quale assicura la “sostituzione gratuita delle carte difettose nei prossimi 12 mesi” per tutti quelli che ne faranno richiesta. Nel frattempo, saranno compilate delle liste di Cie difettose, in accordo “con tutte le amministrazioni di riferimento”. In questo modo, le carte d”identità potranno comunque essere utilizzate sia in ambito nazionale che internazionale. Significa, in sostanza, che i cittadini non dovrebbero riscontrare problemi nell’attraversamento delle frontiere.