Con la bella stagione si torna a correre nei parchi, a fare passeggiate nei boschi e a stendersi nei prati. Occorre però fare attenzione alle insidie, in primis alle punture di zecca che, se non riconosciute in tempo, possono essere davvero pericolose visto che “mordono” circa 60mila persone all’anno.
Diffusione veloce
Partiamo col dire che non tutte le zecche sono infette. In Europa, è principalmente la zecca Ixodes ricinus che trasmette i batteri Borrelia agli esseri umani responsabili della malattia di Lyme (borreliosi) che rappresenta tra il 5 e il 25% delle zecche infettanti. Questo naturalmente non può tranquillizarci: se vediamo sul nostro corpo l’odioso insetto attaccato dobbiamo subito rimuoverlo immediatamente con una pinzetta e non usare altri prodotti come etere, oli, benzina o altre “diavolerie” tramandate dalle leggende metropolitane.
Se invece l’ospite non c’è più ma il suo morso ha lasciato il segno sulla pelle occorre riconoscerlo il prima possibile per evitare spiacevoli conseguenze. La malattia di Lyme, ricordiamo, è una malattia di origine batterica che il New York Times ha definito “la malattia infettiva che si diffonde più rapidamente negli Stati Uniti dopo l’Aids“.
Come si riconosce il morso
Come si riconosce la puntura della zecca? La manifestazione più comune di un’infezione (nell’80% dei casi) è eritema migrante. Parliamo di una placca rossa che si estende, a volte sotto forma di anello, durante il mese successivo alla puntura. Possono verificarsi anche sintomi come dolori muscolari, disagio, affaticamento. In genere occorre una terapia lunga a base di antibiotici ma naturalmente dipende dalle prescrizioni del proprio medico.
Se non si interviene in modo rapido e in assenza di trattamenti antibiotici, le conseguenze possono essere davvero pesanti: disturbi neurologici (paralisi del viso, emicrania), effetti sulla pelle o sulle articolazioni (artrite), conseguenze cardiache (palpitazioni) possono comparire dopo alcune settimane e possono poi diventare cronici.
La difficoltà di identificare l’eritema “giusto”
La malattia di Lyme è chiamata anche “il grande imitatore” perché i sintomi possono essere simili a quelli di varie altre malattie, come la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer o l’artrite reumatoide. Di conseguenza, è difficile fare una diagnosi. Alcuni medici talvolta mettono questi sintomi sul conto di malattie mentali. Ma le difficoltà non si fermano qui. Anche le analisi e il trattamento biologici sono una sfida terapeutica. I Borrelia sono infatti batteri capaci di ingannare il sistema immunitario.
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I consigli per stare all’aria aperta
Ecco alcuni consigli per prevenire i morsi di zecca:
- Quando si cammina nel bosco, ma anche nei parchi con erba alta, indossare abiti lunghi, che coprono braccia e gambe e di colore chiaro (per individuare meglio le zecche sulla superficie del tessuto) e scarpe chiuse;
- Utilizzare i repellenti, dando priorità a quelli con un’autorizzazione all’immissione in commercio e rispettando le loro condizioni d’uso (tutte queste informazioni sono riportate sull’etichetta e / o sul foglio illustrativo);
- Se si sono frequentate aree a rischio, al rientro controllare bene dietro le articolazioni, e orecchie o attorno ai genitali se ci sono punture sospette o addirittura presenze sgradite;
- Se si trova una zecca, rimuoverla con una pinza sottile senza usare altri prodotti e disinfettare bene la ferita;
- Se, durante il mese successivo al morso, compare una placca rossa (eritema migrante) nell’area interessata, consultare immediatamente un medico.