Un cortocircuito dovuto a falsità antiscientifiche e pregiudizi. Non è certo morbido il giudizio unanime di tutte le Società scientifiche italiane che si occupano di medicina non convenzionale e complementare in merito alla nuova scheda pubblicata dal sito “ dottoremaeveroche.it” – l’iniziativa contro le bufale online della FNOMCeO – Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Cosa aveva affermato la federazione? Che“l’omeopatia non ha alcuna base scientifica e gli effetti riportati da chi la usa sono con buona probabilità dovuti all’effetto placebo”.
“Un’iniziativa in linea generale utile – dichiarano i professionisti iscritti all’Albo dei Medici ed esperti in medicine complementari e omeopatia – ma che nello specifico pone sullo stesso piano l’effetto placebo con una pratica, l’omeopatia, che è invece fin dal 2002 definita come ‘atto medico’ dalla stessa Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici.
Peraltro – precisano i medici – la pagina sull’omeopatia del sito dottoremaeveroche.it è stata redatta da sedicenti esperti che in realtà non hanno alcuna esperienza in medicine complementari: “ Stupisce – sostengono i presidenti delle associazioni scientifiche di settore – che la Federazione degli Ordini dei Medici si affidi a dei soggetti privati, per giunta non qualificati, per la redazione di una pagina informativa su un sistema di salute adottato con soddisfazione da 7 milioni di italiani e da decine di milioni di Europei”
Inoltre, non è affatto vero che non esistono prove scientifiche di efficacia a sostegno dell’omeopatia: gli studi rintracciabili sulla banca dati medica PubMed che ne dimostrano la maggior efficacia rispetto al placebo – dichiarano i Medici – “sono pubblicati in numero significativoanche su riviste scientifiche a medio e alto impatto, tanto che anche la prestigiosa Cohrane Collaboration dedica un sito specifico dedicato a queste discipline”.
Le sigle congiunte fanno quindi appello a Filippo Anelli, presidente FNOMCeO, affinché nel rispetto dei principi Costituzionali sulla libertà di cura, chiarisca i contenuti di queste affermazioni che creano un “cortocircuito” rispetto a quanto deliberato dal Consiglio Nazionale della Federazione in data 19 maggio 2002, che classifica a tutti gli effetti l’esercizio dell’omeopatia come “atto medico”, orientamento peraltro largamente condiviso negli altri Paesi Europei.