L’apertura del nuovo McDonald’s a Roma è finita con una segnalazione dell’Unione nazionale consumatori all’Antitrust e allo Iap (Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria). Alcuni influencer, infatti, hanno postato foto dell’inaugurazione del locale in via del Tritone a Roma (con l’hashtag #McTritone) con messaggi che invitano a visitarlo, ne esaltano la location, ne evidenziano i pregi senza però rispettare le linee guida dell’Antitrust né le prescrizioni della Digital Chart dello Iap.
L’Authority su segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, nel mese di luglio 2017, ha individuato i criteri generali di comportamento che vanno adottati dagli influencer e ha chiesto di rendere chiaramente riconoscibile la finalità promozionale di tutti i contenuti diffusi mediante social media, attraverso l’inserimento di avvertenze, come #ad #adv #pubblicità #sponsorizzato #advertising #inserzioneapagamento o, nel caso di fornitura di beni ancorché a titolo gratuito, #prodottofornitoda. Diciture alle quali bisogna sempre far seguire il nome del marchio. Regole alle quali devono attenersi anche le aziende che commissionano le campagne pubblicitarie tramite gli influencer.
“Purtroppo l’azione di moral suasion dell’Authority non è bastata. Solo gli influencer più famosi e sotto i riflettori dei mass media, che erano già stati oggetto, grazie alla nostra segnalazione, delle lettere di moral suasion dell’Antitrust, si sono adeguati (almeno in parte) alle linee guida. Ora, però, si è sviluppata una pervasiva rete di micro-influencer che, approfittando di non essere sotto i riflettori come le grandi star, continuano a fare pubblicità camuffata senza alcun rispetto delle pur minime regole di trasparenza imposte dal Codice del Consumo”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Da qui il nostro esposto nei confronti di Mc Donald’s Italia  e di oltre una dozzina di influencer individuati grazie ad una nostra inchiesta: l’imperativo adesso è cominciare a sanzionare gli inserzionisti, le piattaforme e i singoli influencer che continuano a ignorare le linee guida dell’Autorità Antitrust o le regole della Digital Chart pubblicata dallo Iap”, conclude Dona.