Pesticidi irrorati dagli elicotteri che, oltre a finire sulle vigne dove vengono impiegati, avvelenano case, strade e fiumi. Non stiamo parlando di qualche paese del Sud del mondo, né delle uve della nostra zona del Prosecco che da anni hanno abbandonato una partica del genere.
Ci riferiamo, invece, alla civilissima svizzera, in particolar modo alla zona del Vallese dove questa pratica sta provocando diverse denunce.
In terra elvetica, 84 diversi pesticidi sono registrati per irrorazione aerea su vigneti o frutteti. E 21 di questi sono classificati come “probabilmente cancerogeni” dall’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG). Tra questi il fungicida Solofol e il Leimay, un altro fungicida, che può influire sulla fertilità e sul feto, secondo le indicazioni della scheda tecnica di questo prodotto pubblicata dalla OFAG.
Le regole fissate dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare stabiliscono una distanza di sicurezza per tutelare l’uomo di 30 metri da qualunque abitato per 69 pesticidi e 60 metri per i restanti 15.
Nella zona del Vallese, però, queste distanze non permetterebbero di trattare i vigneti e i frutteti, presto fatto, le autorità hanno fissato eccezionalmente una distanza inferiore a 20 metri. Tuttavia, “anche questa distanza tanto ridotta viene sistematicamente ignorata”, afferma a Bon a Savoir Andreas Bosshard, direttore dell’associazione Vision Landwirtschaft, che promuove l’agricoltura sostenibile. Una delle conseguenze è l’inquinamento dei corsi d’acqua come il torrente della Tsatonire, nel comune di Savièse, con un tasso di pesticidi che supera di gran lunga i limiti legali.