Quando si è buttata nella produzione del visore di realtà virtuale, Oculus Rift, il colosso Facebook ha pensato a molto cose, dal marketing al prezzo relativamente contenuto, ma ha probabilmente preso sotto gamba la questione della garanzie per il cliente. Il Salvagente, dopo una segnalazione da parte di un lettore, ha verificato la presenza di condizioni che potrebbero contraddire la normativa europea sulla garanzia legale, obbligatoria per almeno 24 mesi dall’acquisto.
L’assistenza in 4 lingue, ma non in italiano
Simone C., da Roma, ci scrive: “A dicembre ho acquistato un visore Oculus Rift dal sito ufficiale dell’azienda, pagandolo in offerta 399 euro. Qualche giorno fa mi sono accorto di un problema meccanico che riguarda un sensore di regolazione, e ho pensato che essendo il prodotto in garanzia, sarebbe stato facile farmelo sostituire”. Simone vede che la pagina dell’assistenza permette di contattare il produttore tramite mail o via chat, ma solo in inglese, tedesco, francese e spagnolo. “Oltretutto, l’operatore che scrive in inglese, che è l’unica lingua che comprendo a malapena, sta in Usa, evidentemente, perché si connette solo di notte, e dunque le comunicazioni sono molto lente. Dopo uno scambio di 13 mail, il massimo che ho ottenuto è un laconico ‘Grazie, dacci il tempo di valutare le opzioni disponibili”.
Il caso della vendita a terzi
Spinti dalla segnalazione di Simone, siamo andati a controllare le condizioni di garanzia presenti sul sito oculus.com e abbiamo notato che l’azienda scrive “La presente Garanzia non può essere assegnata o trasferita a qualunque successivo acquirente o utilizzatore”. In altre parole, se un consumatore compra il prodotto da un altro, fosse anche passato un giorno dall’acquisto dall’azienda, e avesse con sé lo scontrino, l’oculus rift perde la garanzia legale di 24 mesi.
Il parere dell’esperta
Questo è ammesso dalla legge? “In effetti, è così – spiega Barbara Puschiachis, esperta di garanzia legale dell’associazione Consumatori Attivi – il rapporto di garanzia è valido solo tra il venditore e l’acquirente. Nel caso di una compravendita privata, entra in gioco il codice civile”. In altre parole, se mi si rompe un prodotto acquistato usato, la legge considera che per 1 anno ho diritto a chiedere la riparazione, la sostituzione o un rimborso a chi me l’ha venduto, ma non al produttore. “Nel caso in questione, la via alternativa è chiedere al primo acquirente di interfacciarsi con l’azienda per far valere la garanzia a suo nome” spiega Puschiachis. Un altro punto dubbio della garanzia di Facebook sull’Oculus Rift, è il passaggio: “Se riterremo che un prodotto dovrebbe essere sostituito, la sostituzione potrebbe avvenire per mezzo di un Prodotto nuovo o ri-fabbricato”.
E se lo rimandano ricondizionato?
Per rifabbricato, considerando una traduzione frettolosa, l’azienda intende probabilmente, ricondizionato: un prodotto già messo in commercio, o con parti difettose, che l’azienda riporta in condizioni di vendita iniziale, con interventi di sostituzioni e ripristino. “Ho molti dubbi che sia una pratica corretta – spiega l’esperta – un conto è ridarmi indietro il mio modello aggiustato ho un modello nuovo, un altro conto è mandarmene uno già usato con i pezzi cambiati, della cui storia non so nulla!”. Puschiachis, infine, dà un parere sull’assenza di assistenza in italiano per questo prodotto: “Non esiste una legge precisa su questo, ma la corretta interpretazione del Codice del consumo rispetto alla presentazione del prodotto che deve essere in Italiano, ci fa pensare che anche l’assistenza debba essere assolutamente disponibile nella stessa lingua“. Insomma, magari con Oculus Rift si vedono tante cose meravigliose che non esistono, ma si rischia anche che alcuni diritti che esistono, non vengano visti.
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