Così accecati dal sogno di fare soldi facili da non vedere il cartello “Attenzione, truffa”. Ci sarebbe da ridere se le conseguenze non fossero anche drammatiche, nella corsa al bitcoin, la moneta virtuale che dopo aver garantito guadagni stratosferici ai primi investitori ha fatto un grosso tonfo, dimezzando il suo valore a partire da dicembre. A dimostrare l’assenza di cautela dei piccoli investitori in criptovalute, a cui il Salvagente ha dedicato un lungo speciale nel numero di febbraio, la storia di una bufala riuscitissima, riportata dal sito Usa Techweez,basata su un classico della truffa: lo “schema Ponzi”, la vendita piramidale che si basa sulla fregatura rifilata a chi sta sotto nell’ordine di acquisto.
Il precedente
Nel 2014, scrive Techweez, uno sviluppatore furbo aveva creato una criptovaluta chiamandola giustamente PonziCoin. L’idea era quella di operare come un vero e proprio piano piramidale, in cui i primi investitori avevano bisogno di invitare più persone a investire in questa moneta per fare soldi. L’inventore scomparve con circa 7mila dollari in criptomonete, che sono circa 2,2 milioni nel valore di oggi, senza dare alcun pagamento a nessuno.
La truffa dichiarata
“Le persone non imparano mai” commenta il sito specializzato Usa, e per dimostrarlo, uno sviluppatore di San Francisco, Rishab Hegde , ha “scherzosamente” costruito una criptovaluta basata su Ethereum, chiamandola PonziCoin – un esatto copione di ciò che accadde nel 2014. Rishab Hedge è andato oltre: ha avvertito gli investitori sulla moneta che si trattava di uno schema di Ponzi, “Il primo schema di Ponzi legittimo del mondo”, recita la pagina di destinazione della moneta. Lo sviluppatore aggiunge anche ulteriori avvertimenti nella sezione Domande frequenti:“È una truffa? Sì, è una truffa come il 99% degli ICO, ma è più trasparente a riguardo 🙂” e ancora “potresti perdere fino al 75% del tuo investimento. C’è anche una possibilità che il contratto finisca i soldi o venga violato, nel qual caso potresti perdere tutto il tuo investimento”.
Abboccano lo stesso
Nonostante gli avvertimenti, lo sviluppatore incoraggia gli investitori a comprare la moneta dicendo loro di pensare al Lambos (Lamborghini) che presto possederanno. E incredibilmente le persone hanno effettivamente investito nello schema Ponzi. Forse con la speranza di essere i primi investitori e incassare prima che tutto crollasse. Dopo circa 8 ore, PonziCoin aveva attirato l’attenzione e la piattaforma aveva raccolto circa 250 monete Ether (valutate a più di 250mila dollari). Dopo pochi giorni un aggiornamento sul sito web riportava: “E’ diventato pazzesco, mi scuso ma non venderemo più PonziCoin su questo sito perché era uno scherzo. Non posso rescindere il contratto ma non venderò le monete che possiedo”. Techweez ha concluso amaramente: “Ogni volta che iniziamo ad avere fiducia nell’umanità , la gente va avanti e ci dimostra che ci sbagliamo dimostrando che ci saranno sempre degli sciocchi più grandi là fuori”.
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