L’analisi multiresiduale alla quale abbiamo sottoposto i 18 campioni di riso basmati testati nel nuovo numero in edicola segnalano una bassa contaminazione di pesticidi, limitata a 5 campioni, sempre al di sotto dei limiti ammessi, anche se le molecole rilevate non hanno tutte un profilo rassicurante.
Ci aiuta a comprendere i rischi il dottor Celestino Panizza, membro dell’Associazione medici per l’ambiente Isde-Italia che per anni ha studiato e monitorato gli effetti delle sostanze inquinanti, compresi i pesticidi, sulla salute umana: “Le vostre analisi hanno rilevato residui di tre pesticidi. Il malation è stato classificato dalla Iarc come probabile cancerogeno per l’uomo ed ritenuto un interferente endocrino mentre il tebuconazolo è considerato sospetto cancerogeno dall’Epa statunitense e tossico per la riproduzione. Il piperonil buttossido, anch’esso sospettato di essere cancerogeno, è un piretroide autorizzato in agricoltura biologica”.
Come vengono impiegati i pesticidi
L’ultimo monitoraggio europeo sul riso, pubblicato dall’Efsa nel 2016 su dati 2014, ha mostrato una contaminazione del riso ai pesticidi nel 27% dei campioni; il 9% positivi a più di una molecola. Il malation era presente nello 0,18% dei casi, il tebuconazolo nel 5% dei campioni.
Il malation è un insetticida e acaricida organosfato autorizzato nei trattamenti fitosanitari dell’agricoltura convenzionale così come il tebucanazolo che è un fungicida non molto usato nella coltivazione di riso che tuttavia è presente in tracce in due nostri campioni. Il piperonil butossido è invece un coadiuvante di alcuni insetticidi, come i piretroidi e consente di amplificarne l’efficacia. In altre parole non è un pesticida in senso stretto, ma un coformulante di molti prodotti commerciali che viene inserito nel prodotto finale per dare stabilità chimica al principio attivo, anche se questo ne prolunga la sua presenza nell’ambiente. Una sostanza con tossicità acuta più bassa rispetto alle altre due molecole rintracciate che nel riso non può superare il limite di 20 mg/kg: una soglia ben lontana rispetto alle concentrazioni da noi rilevate.
Panizza: “Gli effetti tossici si accumulano”
Possiamo quindi ritenerci al sicuro? “Dal mio punto di vista – risponde Panizza – è sempre raccomandabile evitare l’uso in agricoltura e quindi l’assunzione di sostanze come il malation e il tebuconazolo anche perché associate ad altre molecole che assimiliamo mangiando altri cibi gli effetti tossici si possono accumulare”.
Il cosiddetto effetto cocktail – la somma di tante piccole dosi di sostanze ritenute dannose – così ancora poco studiato, affatto normato, che tuttavia può avere i suoi effetti sulla salute umana. “Il vostro test – conclude l’esperto di Isde-Italia- ha trovato poche positività, a concentrazioni molto basse, ma dal mio punto di vista se l’assunzione di una sostanza può essere evitata è meglio evitarla”.
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