L’Efsa da il via libera all’uso di nisina nella carne trattata

Secondo l’Efsa l’uso del conservante nisina (E 234) nel formaggio non stagionato e nei prodotti a base di carne trattata termicamente è sicuro. Allo stesso tempo, l’Agenzia ha aumentato l’assunzione giornaliera ammissibile da 0,13 mg a 1 mg. Attualmente la nisina è impiegata nei formaggini da spalmare e nei dolci di semolino. L’Agenzia ha raccomandato ai produttori di utilizzare la nisina nel formaggio non stagionato, ad un livello massimo di 12 mg per chilo e in prodotti a base di carne trattati termicamente ad un livello massimo di 25 mg / kg.

La Nisina è un conservante alimentare formato da 34 amminoacidi. Viene prodotta a partire dal Lactococcus lactis. Generalmente non viene mai realizzata in maniera artificiale, ma sempre partendo da substrati naturali del latte vaccino. Il conservante viene spesso aggiunto ai formaggi a causa del suo pH acido (3,5 – 6,00), ma lo si può trovare anche nella carne, nel pesce e in alcune salse come ketchup e maionese.

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Per quanto riguarda la sicurezza del conservante, le ricerche a disposizione sono contraddittorie motivo per cui nella nostra guida agli additivi abbiamo indicato l’E234 come un additivo da evitare. E l’ultimo provvedimento dell’Efsa non fa chiarezza al riguardo:sebbene il gruppo di esperti scientifici ha notato che queste incertezze sull’attività della nisina residua e sul microbioma “non alterano le conclusioni sui termini di riferimento”, ha tuttavia raccomandato una valutazione separata di tali rischi.

 

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