Il recapito postale deve essere garantito ai cittadini e non può dipendere dalle ferie, dalle malattie degli incaricati o da una toponomastica troppo difficile da ricordare. A dirlo è Colomba Mongiello che ha replicato così alla risposta del sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli.
Malattia, ferie e tempo brutto
In risposta all’onorevole che gli chiedeva di dare conto dei disservizi nella consegna in alcuni comuni del foggiano, Giacomelli scrive: “Per quanto attiene, nello specifico, alle criticità evidenziate in merito ai disservizi nel recapito della posta registrati nel territorio foggiano e, in particolare, nei comuni di Carlantino, Motta Montecorvino, San Marco la Catola e Volturara Appula, la società Poste Italiane ha comunicato che gli stessi comuni sono serviti dal Centro Primario di Distribuzione (CPD) di Lucera Centro che, con l’avvio del modello di recapito a giorni alterni, ha registrato alcune difficoltà connesse all’iniziale fase di apprendimento della nuova operatività. Inoltre, nei mesi di ottobre e novembre 2016, la società ha precisato che l’arrivo di volumi straordinari di posta descritta, verificatosi contestualmente a temporanee assenze non programmate del personale, ha determinato un incremento delle giacenze medie. Le menzionate difficoltà si sono acuite, secondo quanto riportato dalla società, nel mese di gennaio 2017, per le particolari condizioni meteorologiche che hanno interessato la zona, senza che, tuttavia, il servizio subisse alcuna interruzione, nonché nello scorso mese di luglio per i motivi legati alle assenze del personale e alle carenze che presenta la toponomastica“.
Mongiello: “La privatizzazione non funziona”
Commenta Colomba Mongiello: “E’ inaccettabile che i problemi di consegna, già effettuata a giorni alterni, siano determinati dal maltempo, dalle malattie impreviste e dalle ferie del personale o dalla toponomastica. A ciascuno di questi problemi, fatte salve le emergenze vere, si può far fronte mettendo in campo un’organizzazione che garantisca la consegna puntuale di raccomandate, bollette e pacchi, che non di rado sono smarriti determinando danni economici e conseguenze legali per i cittadini”.
“I sindaci di quei Comuni hanno più volte segnalato che la privatizzazione di Poste Italiane ha provocato la riduzione dell’organico e degli uffici incompatibili con la funzione pubblica svolta dall’azienda e particolarmente gravosa per chi vive e opera nei piccoli centri delle aree interne, come quelli dei Monti Dauni, aggravando i problemi di vivibilità e abbandono. Il Governo e le Agenzie di controllo devono intervenire a tutela dei cittadini di queste aree – conclude Colomba Mongiello – che hanno diritto ad ottenere gli stessi servizi di chi vive dove non nevica”.