Agcom: per fermare le truffe dei servizi a sovrapprezzo, sperimentiamo il doppio click

Gentile Direttore,

in relazione all’articolo “Bloccarli come i 144? Darebbe fastidio a molti”, apparso su Il Salvagente nel numero di novembre e nel quale si dà conto dell’intervista al vice direttore della Tutela dei Consumatori dell’Agcom, Erico Cotugno, ritengo opportuno chiarire quanto segue:

relativamente ai servizi a sovrapprezzo tramite reti mobili, nella riunione del 27 luglio scorso il Consiglio dell’Autorità ha stabilito di avviare una sperimentazione di sei mesi, a partire dal 1° novembre 2017, basato sul cosiddetto doppio click. Solo a valle di questa necessaria attività, Agcom sarà nelle condizioni di decidere se questa modalità è effettivamente in grado di ovviare ad acquisti involontari da parte gli utenti e potrà dunque essere adottata in via definitiva. Il tema è stato nuovamente affrontato nella riunione di Consiglio del 13 settembre (cui è seguito un comunicato stampa in merito) nella quale è iniziata la valutazione delle attività da intraprendere al fine di dare seguito alle nuove disposizioni contenute nella Legge Concorrenza, che prevede l’acquisizione del consenso espresso e documentato del cliente per l’addebito dei costi dei servizi in abbonamento offerti da terzi. Ad oggi non sono in alcun modo emersi elementi che stabiliscano la non aderenza del meccanismo in fase di sperimentazione con le disposizioni contenute nella nuova legge.

É dunque evidente che le affermazioni riportate nell’intervista non corrispondono alle decisioni assunte dal Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Grazie

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David Nebiolo

Responsabile Ufficio Comunicazione

 

Il servizio sulle truffe dei servizi telefonici a sovrapprezzo lo trovate nel numero del Salvagente di novembre, che potete acquistare qui.

Prendiamo atto della precisazione dell’Agcom. Ci sembra evidente che all’interno della stessa Authority ci siamo posizioni contrastanti sull’utilità del doppio click per fermare le frodi dei servizi premium. Da una parte quella di chi, come il vice direttore della tutela diritti dei consumatori, ritiene evidente che il doppio click non basti, dall’altra quella che ne ha avviato la sperimentazione. Peccato sia prevalsa una decisione che difficilmente riuscirà a tutelare gli utenti