Le compagnie telefoniche sarebbero disponibili a tornare alla fatturazione mensile ma “in cambio” vorrebbero che gli utenti non possano esercitare il diritto di recesso e che l’Authority per il 2018 non si opponga agli aumenti tariffari (+ 8,6% in media) subiti dagli utenti nel 2017 a causa delle bollette ogni 28 giorni. Dulcis in fundo, gli operatori si oppongono a qualsiasi forma di rimborso – per i danni economici subiti dalla fatturazione ogni 4 settimana – come previsto dal ddl Morani e che il governo intende inserire nella legge di Stabilità .
Un “salvacondotto” contro i consumatori
Le intenzioni degli operatori, riportate stamane dal quotidiano la Repubblica, le compagnie chiederebbe all’Agcom una specie di “salvacondotto” – di eliminare o sospendere il diritto di recesso previsto dall’articolo 70, comma 4 – onde evitare che la compagnia che per prima torni alla fatturazione mensile “sottragga” clienti alle concorrenti.
L’Agcom, secondo quanto riportato dal quotidiano, non sarebbe affatto disponibile a “cedere” alle richieste delle compagnie.
Unc: “È una vergogna!”
“È vergognoso – attacca Massimiliano Dona presidente dell’Unc – che le compagnie telefoniche possano proseguire imperterrite a fare come gli pare, come se fossimo nella giungla, approfittando del fatto che la sanzione in arrivo sarà con tutta probabilità , per quanto pari al massimo consentito, un decimo rispetto a quanto stanno illegittimamente incassando. Per questo il governo deve inserire nella legge di Stabilità un emendamento che, come nella proposta dell’onorevole Morani, preveda un indennizzo automatico per i consumatori che in questo momento stanno pagando l’8,63% in più del dovuto”.