Gli integratori a base di erbe aumentano il rischio di danni al fegato. A lanciare l’allarme sono stati gli epatologi americani riuniti in congresso secondo cui oltre il venti per cento dei casi di danno al fegato riportati negli Stati Uniti è attribuibile ai supplementi dietetici e a base di erbe. In particolare, sotto accusa sono finite le etichette (non veritiere) di questi prodotti e l’uso sconsiderato che ne fanno gli americani.
Lo studio
Tra il 2003 e il 2006 il Dilin,  il Drug induced liver injury network americano, ha raccolto campioni di 341 supplementi dietetici e a base di erbe da 1268 pazienti segnalati: di questi ne sono stati analizzati 229 e solo 90 avevano un’etichetta perfettamente rispondente al contenuto. Nell’80 per cento dei prodotti analizzati per bodybuilder o per aumentare le prestazioni fisiche invece – raccontano i ricercatori – non c’era alcuna corrispondenza. Percentuale che scendeva al 72 per i dimagranti. A ciò si aggiunga l’uso che ne fanno gli americani: quasi il 50 per cento consuma gli integratori ritenendoli sicuri e utili per la salute, quasi sempre senza sentire il parere di un medico. Per le cause più varie: per migliorare le prestazioni sportive, e quelle sessuali, per “gonfiare” i muscoli e per dimagrire.
Il precedente
Non è la prima volta che questi integratori naturali finiscono nel mirino dei medici. Già nel 2014 gli esperti riuniti nell’International liver congress di Londra aveva associato l’uso di queste erbe con un aumento di disturbi al fegato questo perché le erbe possono essere direttamente tossiche o esserlo per i metodi di estrazione, per i principi attivi che non sono mai puri e per i dosaggi che non sono controllati.