Le aziende non possono far credere ai consumatori di stare acquistando un prodotto made in Italy che in realtà nel nostro paese è stato solo trasformato e lavorato. L’Antitrust ha accettato gli impegni di 3 aziende – Citres, Conserve Bonetto e Fertitecnica Colfiorito – che spacciavano per made in Italy lenticchie, carciofi, capperi e pomodori. In realtà la materia prima veniva dall’estero, rispettivamente da Canada, Egitto, Marocco e Turchia e in Italia subiva solo il processo di trasformazione e lavorazione. Adesso le 3 aziende dovranno cambiare etichetta e renderla più trasparente e chiara per i consumatori.
L’Agenzia Helpconsumatori ha ricostruito minuziosamente le condotte delle tre aziende e gli gli impegni presentati (e resi vincolanti dall’Antitrust) per rimuovere le informazioni che possono ingannare i consumatori.
Nel caso Citres, la contestazione dell’Antitrust si è appuntata sulla “diffusione, attraverso le etichette apposte sulle confezioni delle conserve “pomodori secchi a filetti in olio ” e “frutto del cappero” prodotte e commercializzate dal professionista, di messaggi pubblicitari che potrebbero essere ingannevoli nella presentazione delle caratteristiche principali dei prodotti, con specifico riferimento all’origine geografica – spiega l’Autorità nel bollettino – In particolare, la dicitura “Product of Italy” accostata ad una bandierina italiana – presente sulle etichette apposte sui vasetti delle conserve – attribuisce ai prodotti stessi una provenienza geografica che, in realtà, non sarebbe corrispondente al vero dal momento che i pomodori secchi ed i capperi risultano importati rispettivamente dalla Turchia e dal Marocco”. Il professionista si è impegnato a correggere le etichette e, in particolare, “a mantenere in modo permanente le modifiche, in parte già implementate consistenti nella rimozione, dalle etichette, della bandierina italiana e della dicitura Product of Italy”; per le referenze “Frutti del cappero” da 290 grammi, si è impegnato ad eliminare dalle etichette la dicitura “Product of Italy”, a riportare, nella lista degli ingredienti, accanto al lemma “frutti del cappero”, la precisazione “origine: Extra UE”, collocando la bandierina italiana sotto la lista degli ingredienti, nello stesso campo visivo, a significare il luogo di trasformazione. Tali impegni saranno poi estesi anche alle referenze che hanno le stesse caratteristiche, ovvero quelle in cui è presente un solo ingrediente primario di origine non italiana.
Analoga la vicenda che riguarda le Conserve Bonetto. In questo caso, l’Antitrust contesta le etichette apposte sulle confezioni di spicchi di carciofi in olio di girasole prodotte e commercializzate dal professionista, dove sarebbe presente “un messaggio pubblicitario che potrebbe essere ingannevole nella presentazione delle caratteristiche principali del prodotto, con specifico riferimento all’origine geografica. In particolare, l’immagine di un cesto di carciofi accostata a quella della bandiera italiana e alla dicitura “Prodotto e confezionato in Italia”, riportate sull’etichetta delle confezioni, evocano una provenienza geografica che non appare corrispondere al vero, dal momento che i carciofi risultano importati dall’Egitto”. Conserve Bonetto si è impegnata ad adottare una nuova etichetta dalla quale viene espunta la bandiera italiana per tutte le confezioni dei prodotti, ad esclusione dei funghi champignons che sono di effettiva provenienza italiana. Ed estenderà gli impegni anche alle referenze simili, nella cui ricetta c’è un solo ingrediente primaria di origine non italiana.
Terzo caso, e terza serie di impegni, per Fertitecnica Colfiorito S.r.l. L’etichetta riguarda in questo caso le lenticchie: sulle confezioni, scrive l’Antitrust, ci sono “messaggi pubblicitari che potrebbero essere ingannevoli nella presentazione delle caratteristiche principali dei prodotti, con specifico riferimento all’origine geografica. Più precisamente, le modalità di presentazione del prodotto, attraverso i segni grafici, i colori e la denominazione “Colfiorito”, potrebbero essere idonee ad evocare la provenienza geografica (italiana) del prodotto, in presenza di indicazioni inadeguate circa l’origine (canadese) delle lenticchie”. Anche in questo caso il professionista si è impegnato a modificare le etichette: inserirà sul retro, che già reca tutte le indicazioni obbligatorie per legge, un rimando diretto alla collocazione dell’indicazione dell’origine della materia prima accanto a quella relativa a lotto e a termine minimo di conservazione. E darà maggiore evidenza all’indicazione dell’origine già riportata sul fianco delle attuali confezioni, raddoppiando le dimensioni del carattere rispetto a quelle attualmente in uso e utilizzando lo stile grassetto sottolineato per accentuarne maggiormente l’evidenza grafica.
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