Il giudice di pace di Perugia con una recente sentenza, ha confermato il decreto ingiuntivo con cui Poste Italiane era stata condannata al pagamento dell’intero importo risultante dai conteggi, come stampati sul retro di due buoni postali fruttiferi serie A F. Il caso riguarda un consumatore assistito dalla Federconsumatori perugina e in una nota il presidente Alessandro Petruzzi spiega: “I buoni erano stati emessi nell’anno 2000 e portavano la dicitura “’L’importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali…” Poste Italiane aveva rimborsato al risparmiatore, circa 1/3 dell’importo promesso e si è costituita in opposizione asserendo che i buoni in questione fossero soggetti al D.M. 30.6.2000, il quale ne aveva modificato i tassi“.
Inserendosi sulla scia delle pronunce del Abf e della ormai storica decisione della Suprema Corte del 2007, il giudice di pace di Perugia ha affermato la prevalenza delle condizioni come sottoscritte dal risparmiatore.
I buoni A F , precisano dalla Federconsumatori, sono buoni postali fruttiferi, posteriori e diversi da quelli delle serie O, P, Q emessi negli anni 80 e per i quali la normativa del 1986, aveva previsto la decurtazione degli interessi promessi retroattivamente, in base dell’art 173 del Regolamento delle Poste. Per questi ultimi buoni i procedimenti intentati sono ancora in corso e non è facile pronosticare un esito.
“Invitiamo i possessori dei buoni serie A F – conclude Petruzzi – che sono scaduti o stanno scadendo, a verificare i pagamenti effettuati dagli uffici postali e a rivolgersi agli sportelli Federconsumatori“.