Otto anni per partorire un topolino. In molti giudicano impietosamente la decisione dei ministri dell’Unione europea di lunedì di adottare le limitazioni previste dalla Commissione europea sugli interferenti endocrini, sostanze chimiche in grado di innescare malattie come il cancro o il diabete e contribuire a obesità , infertilità e danni al sistema endocrino.
Il voto di lunedì è il primo passo europeo e ha riguardato i pesticidi. Il commissario per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha salutato il voto come “un grande successo” anche se la decisione di vietare queste sostanze comuni nei prodotti di plastica, negli imballaggi alimentari e nelle sostanze chimiche agricole era stata presa dall’Europa nel 2009. Una scelta rimasta lettera morta dato che mancavano i criteri che definissero un pertubatore endocrino.
I criteri saranno ora trasmessi al Consiglio europeo e al Parlamento europeo per l’esame, prima dell’adozione definitiva della Commissione entro tre mesi e dell’estensione ad altri prodotti come i giocattoli, i cosmetici e il packaging alimentare.
A essere criticati i criteri molto rigidi che identificano un perturbatore endocrino. In sostanza, si richiede che sia stata raggiunta la prova della nocività delle sostanze in questione. Un livello di evidenza scientifica finora mai richiesto per altre molecole problematiche come quelle cancerogene, mutagene e quelle tossiche per la riproduzione.
Ora la palla passa al Parlamento europeo che potrebbe modificare questi criteri, rendendoli meno favorevoli alle industrie chimiche con un voto a maggioranza.
Interferenti endocrini, criteri rigidi che salvano tante sostanze pericolose
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