“Nove multe mi hanno fatto. Nove!” ci racconta arrabbiatissimo il nostro lettore Marco I. riferendosi alle sanzioni che gli sono state elevate per aver percorso più volte la corsia preferenziale di via di Portonaccio, direzione Tiburtina, a Roma. Ma non è il solo: “a me ne hanno fatte due”, gli fa eco Giuliano C., uno dei tantissimi altri romani multati che hanno cercato sfogo anche attraverso i giornali.
Sono infatti ben 136.000 le multe fatte nel solo mese di maggio in questo ormai famoso tratto di strada. Un bel record (teoricamente potrebbero entrare nelle casse comunali quasi 13 milioni di euro!) che ha fatto esplodere la rabbia degli automobilisti romani, che si ritengono ingiustamente sanzionati.
Segnaletica del tutto insufficiente
La protesta – che si è tradotta anche in un gruppo Facebook (“Uniamoci contro le multe di via di Portonaccio”) che conta oltre 8.500 membri e in una petizione su change.org con 5.611 sostenitori nel momento in cui scriviamo – denuncia la mancanza di adeguata segnalazione che ha tratto in inganno tutti coloro che percorrono quotidianamente quella strada.
Carenza e inadeguatezza testimoniate da una “gallery” di foto (qui ne riportiamo due) che inchiodano il Comune: strisce gialle sbiadite (e rifatte, guarda caso, a metà luglio, quando è scoppiato il caso), telecamera segnalata con una scritta su un foglio di carta, cartelli insufficienti, contraddittori, mal posizionati e poco visibili.
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E ora gli automobilisti affilano le armi per i ricorsi, sostenuti da diverse associazioni dei consumatori, tra cui Codici e Federconsumatori Lazio; quest’ultima ha invitato l’Amministrazione comunale ad annullare tutte le multe elevate, tenendo conto del fatto che certamente qualcosa non ha funzionato nella predisposizione della segnaletica stradale: “non è possibile – scrive in una nota l’associazione – che la segnaletica possa sfuggire contemporaneamente a migliaia di cittadini ed, in molti casi, più volte nello stesso giorno ed allo stesso cittadino”.
Corsia preferenziale disattivata da tempo
La corsia preferenziale oggetto della disputa è stata disattivata in passato per snellire il traffico della via Tiburtina (aggravato da lavori ancora in corso). Migliaia di automobilisti romani l’hanno dunque percorsa abitualmente. Ma il 20 aprile scorso, in un esiguo tratto della strada, è stato ristabilito il divieto di transito agli autoveicoli privati con la riattivazione della corsia preferenziale per i mezzi di trasporto pubblico e quelli autorizzati.
Il problema è che della riattivazione della corsia preferenziale non è stata data preventiva e adeguata comunicazione e segnalazione alla popolazione.
Di più, molti dei cartelli di segnalazione sono lì da tempo perché relativi al precedente divieto di transito, poi eliminato; in pratica non sono mai stati tolti e nemmeno coperti, per cui i cittadini erano abituati a non darvi peso.
Insomma, è facile immaginare che a settembre le aule del giudice di pace saranno intasate dai ricorsi.