“Una proposta vergognosa“, è così che Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia, definisce la bozza del testo stilato dalla Commissione europea per estendere l’autorizzazione del glifosato per altri 10 anni. “Uno smacco per i cittadini europei, tra l’altro protagonisti di una petizione di incredibile successo che in 5 mesi è stata capace di raccogliere un milione e 300mila firme.
Firme che resteranno lì, sulla carta. “La mossa dell’Europa non può che sorprendere -commenta Ferrario – ovviamente in maniera negativa. Non solo non risponde alle istanze dei consumatori che chiedono alle Istituzioni di tutelare la salute umana e ambientale, ma va proprio in direzione opposta, abbracciando in pieno altri interessi, quelli economici del settore industriale e delle multinazionali”.
I dubbi sull’Efsa
A fermare il pericoloso pesticida, dunque, non sembrano bastare né le petizioni, né la posizione della Iarc, l’Agenzia dell’Oms per la ricerca contro il cancro, che lo considera un “probabile cancerogeno“. “Purtroppo, la situazione è questa – conferma la responsabile di Greenpeace – ed è allarmante il fatto che vengano ignorati i tanti aspetti problematici ancora non chiariti di questa sostanza. Tra l’altro, mentre la posizione della Iarc si basa su studi scientifici pubblicati, lo stesso non può dirsi per l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che si basa su studi resi pubblici parzialmente e solo recentemente, e non proprio ‘indipendenti’ provenendo infatti dai diretti interessati a ‘salvare’ dal bando il glifosato, le industrie chimiche”.
Tracce di glifosato ormai dappertutto
E intanto il problema resta. Anzi si aggrava. Chissà quanti ulteriori danni potrà fare il diserbante più usato al mondo una volta riautorizzato per un decennio. “Prima ancora del principio di precauzione – conclude amaramente Federica Ferrario – in questo caso dovrebbe essere il buon senso a guidare l’azione dei nostri rappresentanti in Europa. Basta vedere i risultati delle ricerche fatte recentemente: il pesticida è ormai dappertutto, nel cibo come nell’acqua di superficie e sempre più spesso in quella di falda. Insomma, il buon senso ci dice che c’è un problema, no?”.