Essere Animali è ritornata negli allevamenti del Prosciutto di Parma. Dopo le immagini registrate a dicembre – oggi oscurate dalla Magistratura – l’associazione documenta oggi le pessime condizioni in alcuni allevamenti nelle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Cremona e Brescia. Condizioni igieniche disastrose, capannoni sporchi, fatiscenti e con topi che defecano nel mangime. E poi gli animali. Maiali agonizzanti, con prolassi, ernie ed infezioni, anche causate dal cannibalismo, non curate adeguatamente. Inoltre, nonostante le disposizioni di legge siano già estremamente limitate e consentano di destinare ad ogni maiale adulto solo 1 mq di spazio ciascuno, in alcuni recinti le condizioni di sovraffollamento sono così evidenti da rendere difficile, per questi animali, persino il minimo movimento. (continua dopo il video)
Tutte queste immagini sono state consegnate alle Autorità competenti, a cui è stato chiesto di accertare possibili violazioni al D. Lgs. 7 luglio 2011, n° 122, che stabilisce le norme minime per la protezione dei maiali, al D. Lgs. 26 marzo 2001, n. 146, relativo alla protezione degli animali negli allevamenti, ma anche responsabilità penali, ovvero il cosiddetto ‘maltrattamento’, che punisce la condotta di chi ‘per crudeltà o senza necessità , cagiona lesione ad un animale’.
“Oltre alle denunce legali, le nostre investigazioni consentono alle persone di essere informate sulle condizioni degli animali allevati. La situazione purtroppo è tragica e la causa è da ricercare nell’attuale tipologia di allevamento intensivo, utilizzata anche per la produzione di un prosciutto considerato un’eccellenza del Made in Italy ed esportato in tutto il mondo”, sostiene Essere Animali. “I maiali sono animali estremamente sensibili e intelligenti, per molti versi simili ai cani. Il nostro invito è quello di scegliere un’alimentazione vegetale, con la quale si risparmia la morte e la sofferenza di questi animali. Ma indipendentemente dalle scelte alimentari di ciascuno di noi, simili condizioni di allevamento sono deprecabili e il Consorzio del Prosciutto di Parma, invece che cercare di oscurare le nostre immagini, dovrebbe procedere a immediati provvedimenti in tutte le sue strutture”, conclude l’associazione.