I bambini possono avere esperienza dei diversi sapori ancora prima di entrarci in diretto contatto. Il gusto, infatti, si forma e matura in una fase molto precoce e le prime papille gustative compaiono a circa otto settimane di gestazione, durante la quale, la composizione del liquido amniotico cambia.
Si comincia già in gravidanza
La dieta materna, dunque, caratterizza il liquido amniotico e il feto così è esposto a una grande quantità di sapori diversi, tra cui diversi zuccheri (es. glucosio, fruttosio), acidi grassi, aminoacidi, proteine e sali. Nei neonati, il gusto è il più importante e sviluppato di tutti i sensi e il latte materno contiene numerosi aromi che la madre assume nella dieta, pertanto il sapore può influenzare in modo determinante le successive preferenze. Diversi esperimenti effettuati con i neonati, mostrano un elevato indice di gradimento per il gusto dolce. I piccoli reagiscono sempre con una espressione facciale di tranquillità e soddisfazione ad una soluzione di zucchero molto diluito. Al contrario il sapore aspro dell’acido citrico viene respinto a labbra serrate.
La svolta dello svezzamento
Durante lo svezzamento, soprattutto all’età di 4-6 mesi, quando vengono introdotti gli alimenti solidi, la neofobia (avversità verso un cibo nuovo) è pressoché assente. Già dopo
una sola somministrazione di nuovo cibo i bambini mostrano alti livelli di accettazione. Contrariamente, nei bambini tra i 18 e i 24 mesi la neofobia alimentare è molto più diffusa: l’accettazione di un nuovo sapore nei bambini fino ai 5 anni si verifica spesso solo dopo una esposizione che va da cinque a dieci volte. Quando un sapore o un alimento vengono accettati, questi possono anche influenzare le preferenze o il gradimento di nuovi sapori o alimenti, pertanto le neofobie nei bambini possono essere attenuate o superate in modo efficace, proponendo i nuovi alimenti insieme a piatti già conosciuti piuttosto che da soli o grazie ad esempi e modelli, che possono essere costituiti dai genitori, dai fratelli, dagli amici o dai protagonisti delle storie.
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Conta il modello (e le associazioni)
Se il modello proposto crea delle impressioni positive, i bambini possono adottarlo. I bambini spesso amano gli alimenti che hanno mangiato in situazioni piacevoli e rifiutano i piatti che associano a qualche evento negativo. Ad esempio cibi con elevata carica energetica, elevato contenuto in grassi e zuccheri, come i dolci, vengono solitamente serviti in occasioni piacevoli come le feste, mentre alimenti considerati meno saporiti, come ad esempio o le verdure, vengono frequentemente consumati sotto pressione: “mangia le tue verdure o non mangerai il dolce!” Quest’associazione comporta una doppia percezione negativa: nello stesso tempo aumenta da un lato la popolarità dei cibi altamente energetici e saporiti, e dall’altro l’avversione per gli alimenti meno saporiti.
Quanto contano i nostri atteggiamenti
Fin dall’inizio quindi i genitori e anche i nonni, assumo un ruolo fondamentale e possono contribuire in modo sostanziale allo sviluppo delle preferenze e delle avversioni per alcuni sapori. Poiché i gusti sono molto stabili e possono durare tutta la vita, si deve porre particolare attenzione alla composizione dei pasti e alle scelte alimentari sane e ai sapori veri degli alimenti naturali e sani, preferendo quelli freschi non conservati e di agricoltura biologica. Deve crescere la consapevolezza che un bambino con corrette abitudini alimentare, un corretto peso corporeo sarà un adulto sano, contrariamente chi avrà tendenza ad alimentarsi male fin dall’infanzia e a lottare con un peso in eccesso, sarà un adulto con più problematiche e maggiore rischio di ammalarsi.