A dicembre scorso era stato il Comitato scientifico della Commissione europea per la Salute, Ambiente e rischi emergenti (SCHEER) ha bocciare la radiazione ultravioletta, compresa quella emessi dai lettini solari, definendola “un agente cancerogeno”. Ora una nuova condanna arriva direttamente dall’Oms che spiega come i lettini solari siano responsabili di oltre 450mila casi di tumore della pelle e più di 10mila casi di melanoma ogni anno in Usa, Europa e Australia insieme. L’Organizzazione mondiale della sanità oltre alla denuncia chiede ai paesi membri di fare di più per limitarne l’uso.
Donne (adolescenti e giovani) le più esposte
Negli ultimi 30 anni l’esposizione a radiazioni ultraviolente a scopi cosmetici – si legge in un report dell’Ansa.it – ha fatto lievitare l’incidenza dei tumori della cute e abbassare l’età in cui si manifestano. La maggior parte degli utenti sono donne, soprattutto adolescenti e giovani. Diversi studi hanno dimostrato che chi ha usato i lettini solari almeno una volta nella vita ha un 20% in più di rischio di avere il melanoma rispetto a chi non li ha mai usati, e del 59% in più se vi si ricorre prima dei 35 anni.
Banditi in Brasile, in Italia vietati alle donne incinte
Nel 2009 la Iarc ha classificato le radiazioni dei lettini abbronzanti come “carcinogeni” per l’uomo. E alcuni paesi hanno preso le contromisure. Il Brasile e l’Australia li hanno vietati a scopi commerciali mentre Canada, Francia, Irlanda e Usa ne hanno regolamentato slogan e spot publicitari al fine di evitare la propaganda di benefici inesistenti. Invece in Italia, spiega l’Ansa, è stato richiesto ai proprietari dei lettini di proibirne l’uso alle persone con pelle chiara e alle donne incinte.
Dannosi come i raggi a Mezzogiorno
I raggi ultravioletti emessi da lettini e lampade solari, spiegano gli esperti, sono intensi quanto quelli emessi dalla luce a Mezzogiorno e aumentano il rischio di tumori della pelle, melanoma e non, oltre che di invecchiamento cutaneo, infiammazione degli occhi e abbassamento delle difese immunitarie.