Vaccini obbligatori, l’iter di conversione parte in salita

Il decreto legge che introduce l’obbligo vaccinale inizierà il suo iter di conversione in legge lunedì prossimo quando sarà incardinato in commissione Igiene e Sanità del Senato. Saranno 60 giorni (questo è il termine entro il quale i decreti legge non convertiti perdono la loro efficacia) di dibattito parlamentare molto intensi. E le premesse parlano da sé. Il consiglio provinciale del Trentino Alto Adige ha approvato all’unanimità una mozione che chiede “lo stralcio delle misure coercitive previste dal decreto sui vaccini e una campagna di sensibilizzazione ampia ed equilibrata”. Da un punto di vista “formale” il provvedimento non ha alcun valore dal momento che le regioni a Statuto autonomo non hanno competenza legislativa primaria in questa materia. Da un punto di vista politico, invece, è inevitabile che  il Südtiroler Volkspartei, il partito politico della provincia autonoma di Bolzano che siede nella maggioranza parlamentare, farà sentire il dissenso della popolazione che rappresenta nel corso della conversione.

M5S: “Il decreto è irricevibile”

“Il governo, invece di spiegare adeguatamente quanto e perché le politiche vaccinali sono fondamentali, sceglie di puntare direttamente su un approccio coercitivo che crea una pericolosa spaccatura nel Paese. Hanno triplicato il numero dei vaccini obbligatori, portandoli a 12 – una cifra che non ha eguali in nessun Paese europeo -: tutto questo quando in Italia non è stata registrata una situazione di emergenza epidemiologica tale da giustificare una decisione così estrema e senza che siano state minimamente motivate, per tempo e diffusamente,  le ragioni che li hanno spinti a tanta drasticità”. Così i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali e i senatori in commissione Igiene e Sanità che continuano: “Questo approccio coercitivo esaspera gli animi e rischia di innescare un clima di ulteriore scontro tra Stato e cittadini e tra opposte fazioni. Il governo ha deciso di forzare la mano per ragioni che non ha avuto nemmeno la decenza di chiarire attraverso campagne informative”.