E’ virale da qualche settimana la notizia allarmante secondo cui dal 1° luglio il Fisco potrà pignorare direttamente il conto corrente nel caso di debiti fiscali e cartelle esattoriali. In realtà le cose non stanno proprio così: o almeno, il pignoramento automatico non è certo una novità . A cambiare, è soltanto l’ente di riscossione che prima era Equitalia e dal primo luglio sarà “Agenzia delle Entrate-Riscossione“, ente pubblico economico che sarà sottoposto all’indirizzo e alla vigilanza del Mef e presieduto dal direttore dell’Agenzia delle Entrate. Nei fatti il nuovo ente ha tutti i poteri che prima erano di Equitalia compresa la facoltà di accedere direttamente ai conti correnti e di bloccarli nel caso in presenza di un cittadino debitore.
Il nuovo ente – così come il vecchio – avrà accesso all’immensità dei dati dell’Anagrafe Tributaria ed anche dell’Inps ottenendo le informazioni utili, come i rapporti di lavoro, per pignorare lo stipendio, la pensione, le indennità . Per bloccare l’azione e difendersi il contribuente, che riceve la notifica del pignoramento conto corrente, entro  60 giorni deve presentare una richiesta di dilazione e rateizzazione. Solo una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il cittadino può presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.