Il talco Johnson cancerogeno? È la punta dell’iceberg del lato oscuro della cosmesi Usa

Ha davvero fatto il giro del mondo e sconvolto milioni di famiglie la notizia della condanna della Johnson & Johnson, da parte di una giuria del Missouri, a pagare 72 milioni di dollari di risarcimento alla famiglia di Jacqueline Fox, la cui morte per cancro ovarico è stata legata all’uso quotidiano di Johnson’s Baby Powder e Shower to Shower prodotti a base di talco. Oltre all’entità del risarcimento, a toccare le emozioni più intime di ognuno di noi (almeno di chi ha superato gli “anta”) è il ricordo di come con quanta leggerezza e tenerezza cospargevamo (o eravamo cosparsi) di talco dopo ogni bagnetto.

Ma il caso della Johnson & Johnson è solo la “punta dell’iceberg”, spiega in un bel fondo sul Time Stacy Malkan. Malkan è autore di Not Just a Pretty Face The Ugly Side of the Beauty Industry, letteralmente libro denuncia sul lato oscuro della cosmesi. È anche codirettore di  U.S. Right to Know, portale che ha fatto della denuncia e delle inchieste giornalistiche sul cibo statunitense la sua missione.
Il fatto è che molti prodotti per la cura personale sugli scaffali dei negozi che passiamo sui nei nostri capelli, strofiniamo sulla nostra pelle e mettiamo nelle vasche dei nostri bambini – contengono sostanze chimiche con collegamenti noti ai problemi di salute, senza alcun avvertimento per i consumatori”.
Malkan, spiega che il caso Johnson in realtà non sorprende. E scrive:
Il fatto è che molti prodotti per la cura personale sugli scaffali dei negozi che passiamo sui nei nostri capelli, strofiniamo sulla nostra pelle e mettiamo nelle vasche dei nostri bambini – contengono sostanze chimiche con collegamenti noti ai problemi di salute, senza alcun avvertimento per i consumatori”.
Un problema sottovalutato dai produttori e soprattutto dalle autorità di regolazione, se è vero, come scrive Malkan che
“le aziende negli Stati Uniti sono autorizzate a mettere gli ingredienti in prodotti di cosmesi senza i test di sicurezza necessari e senza divulgare tutti gli ingredienti”.
L’autore che ha lavorato per più di un decennio con la Campagna per la cosmesi sicura, la coalizione dei gruppi sanitari e ambientali in prima linea nella ricerca degli ingredienti utilizzati nei prodotti per la cura personale, racconta di aver inviato centinaia di prodotti in laboratorio per scoprire se contenevano composti non elencati sulle etichette e in molti casi trovandoli.

Nel corso della sua attività con la coalizione Campaign for Safe Cosmetics sono state scoperte due sostanze chimiche  collegate al cancro, la formaldeide e al 1,4 diossano, in decine di shampoo e prodotti da bagno per bambini.

“La gente era sconvolta. Due anni dopo, dopo aver riportato che Johnson & Johnson vendeva versioni senza formaldeide dei loro prodotti per bambini in Europa e in altri paesi, la società ha annunciato di riformulare i propri prodotti in tutto il mondo per rimuovere l’ingrediente. Non avrebbe dovuto lavorare in questo modo”.

Ricorda Malkan: “La gente era sconvolta. Due anni dopo, dopo aver riportato che Johnson & Johnson vendeva versioni senza formaldeide dei loro prodotti per bambini in Europa e in altri paesi, la società ha annunciato di riformulare i propri prodotti in tutto il mondo per rimuovere l’ingrediente. Non avrebbe dovuto lavorare in questo modo. Le aziende dovrebbero utilizzare in primo luogo gli ingredienti più sicuri possibile, e il governo dovrebbe tenere conto di questo”.

La differenza tra legislazione statunitense ed europea è evidente per il codirettore di U.S. Right to Know. “In Europa non troverete talco in molte polveri baby, l’idrochinone  nelle creme cutanee, l’acetato di piombo in tinture per capelli o molte altre sostanze tossiche perché sono vietate dai prodotti per la cura personale. Negli Usa potete trovare quelle sostanze nei prodotti per la cura personale, senza alcun avviso sulla salute”.

Negli Stati Uniti, denuncia Malkan, il gruppo di revisione degli ingredienti cosmetici, un organismo non governativo che condivide uffici con l’associazione commerciale del settore cosmetici, è incaricato di determinare se gli ingredienti sono sicuri. Anche se si consiglia di non utilizzare uno, le aziende sono libere di ignorare queste raccomandazioni”.

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“I consumatori chiedono norme che impediscano alle aziende di  nascondere ingredienti tossici. E le industrie cosmetiche e chimiche stanno combattendo duramente per assicurarsi che non ci siano cambiamenti”.

Ora negli Usa è in discussione un disegno di legge che dovrebbe dare più autonomia di controllo alla Food and Drug Administration, ma per Malken “il disegno di legge deve essere rafforzato; i consumatori chiedono norme che impediscano alle aziende di  nascondere ingredienti tossici. E le industrie cosmetiche e chimiche stanno combattendo duramente per assicurarsi che non ci siano cambiamenti”.

Consclude Malkan: “La cosa più importante che ho imparato dai miei anni per ottenere prodotti di bellezza più sicuri è che quando ci troviamo insieme, possiamo cambiare il mercato. Possiamo cambiare anche prodotti e aziende. Dobbiamo anche cambiare le leggi in modo che i consumatori e le aziende abbiano accesso alle informazioni più idonee per fare le scelte più informate sui prodotti più sicuri. Insieme, possiamo dare al settore della bellezza una trasformazione”.