Cannabis terapeutica, farmacia oscura il sito per protesta contro multa del ministero

Nonostante i passi avanti fatti, la cannabis in Italia continua a subire un’ostracismo pesante. Anche nel caso dei cannabinoidi ad uso terapeutico, totalmente legali in Italia. Una storia esemplare è quella capitata a Marco Ternelli, titolare dell’omonima farmacia di Bibbiano, vicino Reggio Emilia, una delle più rinomate nella preparazione di medicinali a base di cannabis.

Multa e chiusura per protesta

“Da oggi, se visiterete il sito della Farmacia www.farmaciaternelli.it, avrete la sorpresa di leggere questo avviso (riportato a lato, ndr)”, spiega sul suo account Facebook Ternelli, “Per aver fatto informazione sanitaria (“propaganda pubblicitaria” secondo il Ministero della Salute – UCS) sull’uso della cannabis terapeutica e le relative preparazioni galeniche, siamo stati multati con 8.600 euro come altri colleghi”. Sul sito della farmacia, infatti, erano indicate le composizioni, la posologia, il tipo di effetti e anche indicazioni sul prezzo. “Avremmo potuto togliere dal sito solo le informazioni relative alla cannabis – spiega Ternelli – ma se non possiamo fare informazione sanitaria sulla cannabis, per protesta non la faremo su altri farmaci e servizi che diamo. Lasciamo in home page del sito i contatti, telefono, fax ed email perché nonostante questo, tutto prosegue inalterato e continuiano a lavorare per i Pazienti”.

Alcuni mesi fa le perquisizioni

Non è la prima volta che Ternelli e altre farmacie vengono prese di mira dalle istituzioni per l’attività di preparazione galenica della cannabis terapeutica. Il Salvagente lo ha raccontato nel numero di aprile, nel servizio di Lorenzo Misuraca. Quattro attività, in varie parti d’Italia,erano state perquisite nelle prime settimane del 2017 in seguito alle loro richieste di Fm2 (la cannabis terapeutica prodotta su richiesta dello Stato italiano). Matteo Mantovani, titolare della farmacia San Carlo di Ferrara taglia corto: “L’Istituto farmaceutico di Firenze non si aspettava una richiesta così alta e quindi sospettava che le farmacie vendessero sottobanco, ma visto che le visite dei Nas non hanno trovato nulla di illegale, forse devono fare i conti meglio e interpellare più persone del settore”. Più dettagliato, invece, il racconto di Marco Ternelli: “I problemi iniziali sono nati perché alcune farmacie, tra cui la mia, hanno fatto una richiesta a Firenze stimata su vari fattori, attorno a qualche centinaio di grammi. Io ad esempio ne avevo chiesti 500 grammi e ne ho ricevuti solo 50. Ci hanno detto che non ce n’era abbastanza. Questa, posso dire col senno di poi, era una scusa, perché parliamo di una quantità misera. Comunque, quello c’era e quello ci siamo presi”.

Pregiudizi pesanti

Successivamente, secondo il racconto di Ternelli, il ministero è entrato in allerta vedendo che quattro farmacie private avevano richieste quantità molto elevate rispetto a quanto preventivato, in confronto alle Regioni, alle farmacie ospedaliere, agli ospedali, che ne ordinavano quantitativi minimi o non ne ordinavano affatto, e ha deciso di veri care. “Hanno detto ‘no, qua c’è qualcosa che non va, c’è dell’illecito’ – aggiunge Ternelli – vuol dire che queste farmacie o vendono online o fanno pubblicità’. Il ministero ha fatto partire queste verifiche, una volta appurato che era tutto a posto, hanno liberato i quantitativi disponibili”. i farmacisti lamentano la presenza di grossi pregiudizi contro questo tipo di terapia per malattie come Sla, sclerosi multipla, glaucoma e dolori oncologici. E l’ultimo caso denunciato dal farmacista Ternelli ne è una riprova.