Adidas, Nike e H&M sono tre delle aziende che hanno deciso di rendere pubbliche tutte le informazioni sulla filiera produttiva. A mettere in luce la trasparenza delle aziende manifatturiere è il rapporto “Segui il filo: alla ricerca della trasparenza di filiera nell’industria dell’abbigliamento e delle calzature” condotta nell’ambito della campagna Abiti puliti. Nel rapporto sono state analizzate 72 aziende ma poco meno della metà sono risultate in linea con gli standard richiesti. Eccole: Adidas, C&A, Columbia Sportwear, Cotton on Group, Disney, Esprit, Forever New, Fruit of the loom, Gap, G-Star Raw, Hanesbrands, H&M group, Hudson Bay Company, Jeanswest, Levis Strauss, Lindex, Mark & Spencer, Mountain Equipement Co-op, New Balance, Nike, Pacific Brands, Pas Group, Patagonia, Puma, Speciality Fashion Group, Target Usa, VF Corporation, Wesfarmers Group, e Woolworths.
La trasparenza aiuta i consumatori a scegliere
L’iniziativa per la trasparenza richiede ai marchi di pubblicare importanti informazioni sui fornitori e sui loro subfornitori autorizzati. Queste informazioni contribuiscono all’affermazione dei diritti dei lavoratori, allo sviluppo delle pratiche di business responsabile e di applicazione della due diligence sui diritti umani. Infine stimola la creazione di un clima di fiducia tra i vari attori così come previsto dai Principi Guida dell’ONU su imprese e diritti umani. “Dopo il Rana Plaza e gli altri disastri, i gruppi in difesa dei diritti umani, i sindacati e alcune aziende e investitori hanno capito quanto la trasparenza sia importante per prevenire gli abusi ed assicurare responsabilità” dichiara Ben Vanpeperstraete, coordinatore delle attività di lobby e advocacy della Clean Clothes Campaign. “Le aziende devono mettere in pratica la trasparenza per dimostrare che rispettano i diritti umani e garantiscono condizioni di lavoro dignitose”.
Sempre più aziende trasparenti
Negli ultimi 10 anni il numero delle imprese del settore dell’abbigliamento che pubblicano sui loro siti internet informazioni riguardanti i fornitori è fortemente aumentato. Ad imboccare per primi la strada della trasparenza sono stati, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, alcuni grossi marchi di abbigliamento sportivo, Nike e Adidas, cha hanno reso noti i nomi e gli indirizzi delle fabbriche che producevano per le università americane. Successivamente, nel 2005, hanno reso noto l’elenco di tutte le aziende alle quali appaltavano la produzione dei loro prodotti.