“La differenza di Iva tra latte vaccino e latti vegetali ha un solo aggettivo: vergognosa”. Questo il commento secco della dottoressa Maria Rosa di Fazio, Responsabile Oncologia al Centro Medico internazionale SH Health Service di San Marino, e autrice del libro “Mangiare bene per sconfiggere il male” (Mind), in sostegno alla petizione lanciata dal Salvagente su Change.org per portare l’Imposta sulle bevande sostitutive del latte dal 22 al 4%, così come per quest’ultimo. I cosiddetti “latti” vegetali sono molto utilizzati da Di Fazio nelle sue terapie di contrasto al cancro.
Dottoressa Di Fazio, perché le bevande vegetali sono utili per la salute in generale e nello specifico per i tumori?
Basta elencare che cosa contengono latte vaccino e derivati, yogurt incluso. Inizio da un forte carico di ormoni incompatibili con il nostro organismo. Poi fattori di crescita, principale “cibo” dei tumori. Per questo tolgo del tutto latte e derivati ai miei pazienti, in primis a quelli con tumori ormono sensibili: seno, utero e ovaie per le donne, prostata per l’uomo, tiroide per entrambi. E raccomando di toglierli, o ridurli al massimo, anche come arma di prevenzione. L’elenco prosegue poi con la caseina: indigesta e aterogenica (favorisce l’aterosclerosi), con la pastorizzazione decade trasformandosi in una “colla” che altera la permeabilità intestinale lasciando passare nel torrente ematico anche quello che non dovrebbe mai passare. Da ultimo, nel latte troviamo antibiotici, quelli usati per curare le mastiti di povere bestie costrette a produrre 50 litri al giorno, rispetto ai 20 previsti dalla Natura. Lo dice l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanita: il 50% degli antibiotici prodotti in Europa finisce in zootecnica.
E il lattosio?
Il lattosio è lo zucchero del latte e per digerirlo serve un enzima, la lattasi, presente però nel nostro organismo fino ai 5/6 anni d’età. Poi scompare e tutti noi, in maniera più o meno acuta diventiamo intolleranti. Ma rispetto agli altri rischi che ho detto, il lattosio è il minore dei problemi.
I sostenitori del latte vaccino dicono che è fondamentale per le ossa e che quindi va assunto con regolarità. È vero?
Questa è “archeo-medicina”. È vero l’opposto, e la spiegazione è biochimica: il calcio del latte, trasformato dalla mucca e caricato dei suoi ormoni e proteine, provoca acidosi e stati infiammatori che il sistema immunitario, ligio al dovere, “tampona” con intensi prelievi di osseina, cioè di calcio buono. Dove lo prende? Ovvio, dalle ossa.
Alternative, allora?
Che cosa mangiano le mucche per produrre latte? Mangiano erba. Ecco la risposta: il calcio “buono”, privo di ormoni e fattori di crescita, è nelle verdure. Cento grammi di cicoria ci danno 150 milligrammi di calcio (buono) contro i 120 dello stesso quantitativo di latte.
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Ci sono differenze o controindicazioni tra i vari latti vegetali?
La soia ha i fitoestrogeni, ottimi per le donne in menopausa. Faccio eccezione solo per chi ha problemi tiroidei. Che sia però latte da soia italiana. Quello di riso è ok così come quello di mandorla che sconsiglio solo a chi ha glicemia alta. A chi soffre di celiachia o di intolleranza conclamate dico di evitare quello di farro, che glutine ne ha di meno del grano, ma ne ha; peggio quello di Kamut, che ne ha di più.
Esistono dosi consigliate e indicazioni per i bambini e gli anziani?
La regola è “cambiare, cambiare sempre”. A tavola ci ammaliamo di ripetitività alimentare, che è nociva e deprimente. Vale anche per i latti vegetali: alternateli. Una tazza o un bicchiere, non serve di più. Solo al mattino, specie agli anziani, e mai come sostituto della cena. Ai bimbi anche al pomeriggio, a patto che non lo accompagnino con quelle porcherie chiamate merendine.
Cosa pensa della petizione promossa dal Salvagente per abbassare l’Iva sul latte vegetale?
La differenza di Iva ha un solo aggettivo: vergognosa. Quanto alla vostra iniziativa la scelta è più ampia: meritoria, doverosa, civile e responsabile.