Inizia oggi finanzia alla Corte di Giustizia,  la «discussione orale» della causa C-111/16 (Giorgio Fidenato, Leandro Taboga e Luciano Taboga) relativa alla produzione di mais transgenico in Italia. I signori Fidenato e Taboga sono imputati in un procedimento penale davanti al Tribunale di Udine per avere, in concorso tra loro, posto in essere coltivazioni di mais transgenico di tipologia MON810. Il Giudice del Tribunale di Udine ha chiesto, in via pregiudiziale, alla Corte di giustizia se il divieto dell’Italia di coltivazione del mais transgenico MON810 sia compatibile con il diritto dell’Unione.
Il contenzioso nasce dalla previsione sull’autorizzazione degli organismi geneticamente modificati (Ogm) concessa caso per caso a livello Ue, previa presentazione di una domanda. Agli Stati membri spetta di procedere alla valutazione iniziale dei rischi connessi alla coltivazione degli OGM. Se è vero che la coltivazione è vietata dalla legislazione nazionale,  un rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, considera sicura questa qualità di mais. Tuttavia l’Italia ha continuato a vietare la coltivazione di mais geneticamente modificato MON810 sul suo territorio, da ultimo con il  decreto del 12 luglio 2013. Adesso al parola spetta alla Corte che dovrà giudicare se il divieto dell’Italia è compatibile con il diritto dell’Unione.