Non tutte le pubblicità riescono… col buco. E quella di Nestlé al suo Coffee Mate, la crema di caffè molto amata negli Usa, è un classico esempio di autogol per la multinazionale. A tirarne in ballo l’eticità è Robyn O’Brien analista e blogger, definita dal New York Times la Erin Brockovich del cibo per le sue inchieste senza veli.
Ancora una volta la O’Brien non usa giri di parole per rimproverare a Nestlé di utilizzare negli spot l’emozione provocata da una malata di cancro, per poi vendere un prodotto che contiene ingredienti che sono stati collegati proprio al tumore.
“La Mayo Clinic raccomanda ai consumatori di evitare alcuni di questi ingredienti e la FDA sta prendendo misure per eliminarli dal nostro menu”, scrive Robyn O’Brien.
E quali sono queste sostanze tanto chiacchierate? Gli oli idrogenati e la carragenina. I primi sono sotto accusa come era stato per i grassi trans, le seconde sono imputate di diversi disturbi digestivi e di poter favorire tumori all’apparato digerente.
“Nestlé sta spingendo un prodotto ricco di ingredienti potenzialmente pericolosi, con la storia di un malato di cancro. Non ho mai visto un tale approccio offensivo nella pubblicità. Sarebbe come mostrare un bambino obeso per vendere la soda” ha concluso l’esperta. Una bocciatura clamorosa che potrebbe spingere la Nestlé a riflettere un po’ di più prima di confezionare i suoi spot.