Due anni e mezzo e la lavatrice Philips si rompe. E i pezzi non si trovano

Caro Test-Salvagente,
già il 31 ottobre 2013 avevate pubblicato (sul Salvagente) una mia lettera intitolata “lavatrici fatte per rompersi”. All’epoca Whirlpool mi aveva proposto una permuta al costo di 300 euro per una lavatrice nuova di ultima generazione fatta interamente in Italia per la rottura della precedente.
Adesso dopo due anni e mezzo alla mia perfetta lavatrice tricolore si sono rotti i cuscinetti. Nonostante l’estensione di garanzia, non avendo il pezzo di ricambio, mi è stata proposta un’altra permuta sempre a 300 euro.
Dopo raccomandate e insistenze il costo è sceso a 220.
Ma è possibile che queste multinazionali facciano tutto quello che vogliono e noi non veniamo mai tutelati da nessuno, anche perché non credo di essere l’unica a trovarmi in questa situazione. Senza contare i 7 euro di telefonate al call center per poter avere l’intervento dell’assistenza
Maria Antonietta Vittori
Cara Maria Antonietta,
quello dell’obsolescenza programmata è un problema che affrontiamo da anni e sul quale, molto lentamente, anche qualche azienda comincia a intervenire. Resta muta, invece, la politica.
Mentre in Europa alcuni Stati  muovono sempre di più per tutelare gli interessi dei consumatori, ci sono paesi – tra i quali l’Italia – che procedono molto lentamente in questa direzione.
A dare una scossa è stata sicuramente la Francia che a partire dal 2014 ha approvato una legge anti-furbetti dell’obsolescenza, diventata reato, che prevede una pena massima di due anni di reclusione per l’amministratore delegato dell’azienda responsabile dell’alterazione della durata dei prodotti da mettere in vendita.

Italia fanalino di coda

In Svezia la durata della garanzia legale di conformità è stata estesa a tre anni indipendentemente dal tipo di prodotto, mentre in Inghilterra e Irlanda il consumatore può agire legalmente contro inadepimento del contratto fino a sei anni dopo l’acquisto. In Finlandia, addirittura, non esiste un termine preciso riguardo la garanzia, ma va valutato in base alla ragionevole aspettativa di vita per il tipo di merce in questione.
In Italia il Movimento 5 Stelle, il Pd e Sel hanno depositato in Parlamento tre diverse proposte di legge contro l’obsolescenza programmata. Nelle formulazioni l’estensione della garanzia minima da 2 a 5 anni, 10 per i prodotti di grandi dimensione, e la disponibilità di pezzi di ricambi per i 5-7 anni successivi all’uscita dal mercato del prodotto.  Inoltre, i disegni di legge richiedono costi proporzionali e accessibili sia per quanto riguarda i pezzi di ricambio che per quanto riguarda le riparazioni.
PS. Ci piacerebbe capire, cara Maria Antonietta, cosa garantiva l’estensione di garanzia a cui lei fa riferimento. In un caso come questo, infatti, se la lavatrice è coperta da garanzia e il pezzo non è più prodotto, il problema, ci sembra, è della Philips e non suo. Dovrebbe essere la casa produttrice, se non può riparare l’apparecchio, a sostituirlo. Gratuitamente.