Ha scatenato molte polemiche la decisione dei supermercati Carrefour di rimanere aperti in giorni sacri per il riposo dei lavoratori italiani, il 26 dicembre, Santo Stefano, e il 1 gennaio 2017. La notizia ha scatenato le proteste dei sindacati, preoccupati per il diritto al riposo dei lavoratori del settore, ma non ha fermato la Gdo, che quest’anno è stata anche la prima ad introdurre gli ipermercati aperti 24 ore in Italia. A spingere non solo la catena francese, ma tutta la grande distribuzione organizzata a inventare nuove strade per fidelizzare i clienti e acquisirne di nuovi, è anche la concorrenza sempre più agguerrita da parte dei portali di e-commerce, come Amazon, che sono sbarcati anche nel settore alimentare, come racconta il servizio di Lorenzo Misuraca nel numero in edicola del Test-Salvagente, sulla crisi della distribuzione tradizionale e sulle nuove forme di vendita messe a confronto.
La fine dell’ipermercato
Mentre le navi pirata del web sottraggono ogni giorno pezzi di mercato ai supermarket tradizionali, le corazzate della grande distribuzione organizzata non restano a guardare, mettendo in campo iniziative on line e non solo, con l’obiettivo di allargare il numero dei propri consumatori. Tra le ragioni principali delle manovre per rinnovarsi, c’è un dato di fatto: il modello basato sulle grande superfici di vendita cede il passo. Gli ipermercati chiudono per limitare le perdite: già a maggio 2015, Auchan tagliava 1.500 posti di lavoro mentre Carrefour riduceva la presenza al Sud per contrastare le perdite. Lo scorso novembre, invece, il consiglio di amministrazione di Unicoop Tirreno ha approvato un piano industriale di rilancio per ripianare un buco da 100 milioni di euro. “Gli ipermercati sono stati un modello di format che ora va ripensato, stiamo lavorando a delle evoluzioni di formato” spiega Francesco Cecere, direttore Comunicazione e marketing di Coop Italia, “I modelli di acquisto sono cambiati, perché alcuni mercati sono mutati anche nella fruizione dei clienti. Sono quasi scomparsi dei comparti per effetto dell’evoluzione della tecnologia”. Ad esempio quello dei supporti audiovideo, che subiscono la smaterializzazione dei consumi. Cecere aggiunge: “Però recuperano peso altre aree, come quelle della salute e del benessere che stiamo sviluppando integrandole intorno alla parafarmacia Coop. Lo abbiamo fatto a Bologna recentemente”. L’integrazione con la ristorazione e con servizi di accoglienza del cliente è un altro dei punti sui cui verte il rinnovamento di Coop, che in un punto vendita a Novoli, vicino Firenze, ha incluso un’area biblioteca, con wi-Fi, mentre a Torino ha aperto Fiorfood, una struttura in pieno centro che combina la ristorazione con spazio libreria e prodotti tipici.
Sempre più multifunzionali
“Stiamo lavorando – spiega Cecere – a rivitalizzare anche i formati di prossimità e di vicinato, come InCoop, ad esempio, sono strutture collocate nel centro cittadino che puntano a dare un servizio ovviamente diverso da quello delle grandi superfici, lavorando più sugli aspetti gastronomici, di integrazione col consumo all’interno del punto vendita”. Ma il ore all’occhiello per la più grande cooperativa di distribuzione italiana è il punto vendita aperto a Milano Bicocca a dicembre: il supermercato del futuro, sulla falsariga del prototipo presentato a Expo. Il consumatore potrà consultare “l’etichetta aumentata”, visualizzando su uno schermo informazioni aggiuntive su un prodotto semplicemente passando la mano vicino allo scaffale: l’origine delle materie prime, l’impatto ambientale, sulla presenza o meno di allergenici. Anche i rivali si danno dare per non rimanere indietro. Il tentativo di rilancio di Carrefour basato sui punti vendita aperti 24 ore su 24 non ha sfondato, e alcuni ipermercati sono ritornati all’orario tradizionale di apertura. La catena francese punta anche sui Carrefour Express, punti vendita da super ci più contenute ma più comodi da raggiungere, situati in centro città.
Prenota e ritiri
Si evolve anche il servizio di shop on line: il cliente Carrefour, quando ordina può decidere se ricevere la spesa a casa, o passare a ritirarla già pronta nel punto vendita (magari all’uscita dall’ufficio). Un servizio molto simile a quelli basati sul ritiro in auto. Tra questi c’è quello offerto dall’Auchan, dal nome Chronodrive, attivo solo a Rozzano, vicino Milano. Si ordina due ore prime e una volta arrivati al punto vendita, la spesa pronta viene caricata in macchina in meno di 5 minuti. Identica tempistica del servizio click and collect (ordina onl ine e passa a ritirare) Coop Drive, attivo in 4 punti vendita lombardi e in uno ligure. “Noi – spiega il direttore marketing di Coop – rispetto ad Amazon e gli altri supermercati online abbiamo un punto di forza che è la rete fisica. L’idea evolutiva è quella di fare di ogni negozio una parte online, in cui posso comprare, da catalogo molto più ampio di quello sico, dei prodotti e ritirarli lì. Il nostro obiettivo è sempre quello di un’integrazione tra la rete fisica e quella virtuale”. Ma la grande distribuzione organizzata rischia di sottovalutare la capacità di Amazon e soci di invadere il campo degli avversari, uscendo dalla dimensione digitale. A Seattle, negli Usa, l’azienda di Bezos sta testando il primo supermercato Amazon go. Si entra passando il cellulare su un tornello e da quel momento in poi si è liberi di mettere qualsiasi cosa nel carrello e uscire senza passare dalla cassa. Ci penserà un software collegato con gli scaffali a detrarre la spesa dal proprio conto on line.
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