Sul filo di lana, a due giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore per tutti gli edifici serviti da impianto di riscaldamento centralizzato, arriva la proroga di 6 mesi. In perfetto stile italiano, nel Milleproroghe approvato oggi in Consiglio dei ministri, è stato dato spazio anche a questo tema che riguarda numerosi condomìni che non sono riusciti a mettersi in regola. La scadenza quindi slitta dal 31 dicembre 2016 al 30 giugno 2017.
Serve l’ok di Bruxelles
Serve, però, ancora il via libera da Bruxelles. L’obbligo, infatti, è stato introdotto dal decreto legge 102/2014 che ha recepito la direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica. Quindi per non incappare in una procedura di infrazione europea, è necessario che la Ue dia il suo consenso “informale” ad andare oltre i tempi stabiliti.
Negli ultimi giorni si è tanto parlato dell’ipotesi di far slittare l’obbligo al prossimo anno, o di ridurre al minimo le sanzioni previste per i trasgressori (che vanno da 500 a 2500 euro ad appartamento) visto il ritardo con cui è stata emanata la norma e vista l’enorme difficoltà in cui si sono trovati diversi edifici che non sono riusciti a deliberare i lavori di adeguamento prima dell’accensione dell’impianto di riscaldamento. La colpa, infatti, non è certo stata dei condòmini o degli amministratori di condominio: i tempi stretti sono stati dettati dal ritardo con cui è arrivato il decreto 141/2016 con le specifiche tecniche per l’installazione delle valvole termostatiche, pubblicato in Gazzetta ufficiale a fine luglio, cioè un mese e mezzo prima dell’accensione dell’impianto di riscaldamento, prevista in molte Regioni già il 15 ottobre.
Soddisfatta Confedilizia
Questo ha alimentato da più parti aspettative di proroga, a cominciare da Confedilizia che proprio qualche giorno fa ha scritto direttamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio chiedendo di venire incontro alle difficoltà in cui si sono trovati tanti edifici, a cominciare dalle imprese, che non sono riusciti a far fronte al nuovo obbligo. “In tutto il Paese, ma soprattutto al Sud, non si è riusciti a ad effettuare i lavori per una serie di fattori, ma soprattutto per il ritardo con cui è stato emanato il decreto e per la difficoltà che hanno avuto le ditte a rispondere a tutti gli ordini”, ha dichiarato al Test-Salvagente il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. “Diamo atto al governo di aver posto rimedio, pur con le difficoltà derivanti dai vincoli europei, ad un problema che aveva creato forte allarme nelle famiglie, come testimoniato dalle continue segnalazioni delle nostre associazioni territoriali impegnate nella quotidiana attività di assistenza ai condominii. I sei mesi in più a disposizione potranno consentire, ai tanti proprietari e amministratori condominiali in difficoltà per colpe non a loro addebitabili, di attivarsi fin d’ora per svolgere il complesso iter necessario per l’applicazione della normativa”.
I casi di esenzione
La proroga era necessaria visto che a ridosso dell’accensione degli impianti di riscaldamento un buon 20-30% degli edifici ancora non aveva deliberato nulla in assemblea di condominio e si ipotizzava per alcuni lo spegnimento dell’impianto di riscaldamento, per altri il rischio di incorrere in una sanzione fino a 2.500 euro per ogni unità abitativa. La responsabilità ricade sui proprietari di casa quindi la multa è a carico del singolo condòmino e non dell’intero condominio. Sono esonerati solo gli edifici in cui sia verificata l’impossibilità pratica o la non convenienza dell’installazione, ma i singoli casi dovranno essere accertati e documentati da un professionista.
Il sistema di controllo è analogo a quello sull’efficienza energetica delle caldaie: ogni anno, nel caso degli impianti condominiali che superano una certa potenza, il manutentore sottopone a un ceck l’impianto e stila il cosiddetto “rapporto di controllo”, che viene trasmesso alle Regioni.
Dovrebbero essere gli stessi manutentori degli impianti quindi a segnalare alla Regione eventuali situazioni non in regola con le nuove norme. Ma questo vuol dire che, nella pratica, nessun controllo verrà effettuato prima di settembre prossimo, cioè all’avvio dell’impianto per la prossima stagione di riscaldamento, lasciando così ancora un piccolo margine temporale per adeguarsi.
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Ispezioni a campione
Le ispezioni scattano a campione e sono disposte dalle province e dai comuni sopra i 40mila abitanti e dagli organismi da questi incaricati, mentre l’irrogazione delle sanzioni è affidata alle Arpa, Agenzie regionali per l’ambiente. Laddove sono attivi i “catasti” che mappano lo stato dell’arte, ovviamente sarà più facile individuare gli edifici non a norma.
Ricordiamo però che la nuova contabilizzazione del calore ci aiuterà ad avere piena consapevolezza di quanto consumiamo per riscaldare le nostre case e, grazie alle valvole termostatiche, potremmo risparmiare fino al 30-35% in bolletta. Lo ha spiegato al Test-Salvagente il Professor Livio De Santoli, presidente di AiCarr (Associazione italiana Condizionamento dell’aria riscaldamento e refrigerazione), precisando però che “il risparmio dipende dalle abitudini delle persone cui viene demandata la gestione diretta dei propri consumi. Non basta quindi installare le valvole, ma bisogna impegnarsi ad usarle al meglio mettendo in atto comportamenti corretti da punto di vista dell’efficienza energetica. La caldaia, infatti, rimane accesa più a lungo rispetto a prima per andare incontro alla flessibilità di ogni condòmino e non possiamo lasciare le valvole sempre aperte altrimenti andremmo a pagare anche di più”.