Quest’anno l’influenza sembra non risparmiare quasi nessuno. Secondo i dati appena diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (rapporto InfluNet), da metà ottobre a oggi si sono ammalati circa 886mila italiani, praticamente quasi il doppio dei casi registrati nello stesso periodo lo scorso anno. I più colpiti sono i bambini della fascia di età 0-4 anni e le aree geografiche del Nord e Centro Italia. Tra le regioni più colpite, infatti, ci sono Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lazio e Campania, oltre alla provincia autonoma di Trento.
Solo nell’ultima settimana di osservazione (dal 12 al 18 dicembre) si sono registrati ben 258mila nuovi casi. E il picco si toccherà probabilmente proprio in questi giorni, a cavallo di Capodanno.
LA CURA GIUSTA? TANTA PAZIENZA E I RIMEDI DELLA NONNA
Come uscirne il più presto possibile? Se lo chiedono tutti, ma la verità è che raffreddore e febbre devono fare il loro corso. Anche se si tratta di bambini. Parola di pediatra.
Come spiega la dottoressa Stefania Donati – intervistata dalla nostra Chiara Affronte nel numero 11 di Test Salvagente dello scorso novembre – tutti i prodotti da banco che affollano gli scaffali delle farmacie appena l’autunno fa capolino “non servono quasi a nulla, o per lo meno non a curare ma semmai ad alleviare il fastidio”.
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Se i disturbi sono troppo fastidiosi, si può intervenire con metodi semplici che danno immediato sollievo: dalla soluzione fisiologica nasale all’impacco di semi di lino, il “vecchio” cataplasma che diluisce il muco. E basta un po’ di latte e miele, il classico rimedio della nonna, per aiutare la gola.
L’ANTIBIOTICO SOLO QUANDO SERVE
L’antibiotico va somministrato con cautela, solo quando serve veramente. Cioè solo se l’influenza è batterica, e non quando è virale (come nella maggioranza delle influenze invernali), perché in quest’ultimo caso non servirebbe a nulla.
A mettere in guardia sull’abuso di antibiotici è anche il rapporto Osmed (Osservatorio sull’impiego dei medicinali) prodotto dall’Aifa che sottolinea come “in Italia il consumo di antibiotici sistemici, nonostante presenti un lieve calo rispetto al passato, è ancora superiore alla media europea, sia in ambito ospedaliero che territoriale”. E in effetti, da noi ben 6 bambini su 10 vengono trattati con antibiotici e farmaci per le infezioni delle vie respiratorie, più al sud che al nord d’Italia. Una tendenza difficile da invertire.
Diverso il ragionamento per le malattie delle vie respiratorie quando a essere affette di bronchite acuta sono persone anziane a rischio di complicazioni: in questo caso occorre prevenire sovrainfezioni batteriche che potrebbero portare allo sviluppo di polmoniti.
E GLI SPRAY NASALI? MEGLIO EVITARE
E gli spray per il naso? “Per fortuna per i bambini i vasocostrittori sono impediti”, chiarisce la dottoressa Donati. Ed è meglio che anche gli adulti ne facciano a meno, dato che già nel 2007 uno studio dell’Aifa riferiva che i rischi derivanti dall’utilizzo di decongestionanti nasali sono superiori ai benefici e un utilizzo prolungato (oltre i 5 giorni) può causare reazioni avverse, specie agli adulti con ipertensione arteriosa.