Che succede a Terravision? Tra accuse dei passeggeri e dei dipendenti

Biglietti acquistati per una corsa inesistente. Sembra essere la regola per i bus Terravision che collegano il centro città con gli aeroporti in Italia (Ciampino, Fiumicino, Pisa, Firenze e Orio al Serio) e all’estero (Stansted, per citarne uno): basta cliccare su Facebook “Terravision truffa” per scoprire che sono almeno 200 le persone che utilizzano il social network per sfogare la propria rabbia  e per condividere con altri malcapitati la loro esperienza e, soprattutto, l’impossibilità di ricevere un indennizzo per il disservizio subito. Adesso Konsumer Italia ha preso a cuore le sorti di questi cittadini e sta preparando un esposto all’Autorità garante: “Non sono arrabbiato con Terravision ma con chi gli consente di avere un comportamento così palesemente truffaldino” ci spiega Fabrizio Premuti. Il riferimento è all’Autorità dei trasporti che consente di far svolgere un servizio pubblico (il collegamento tra il centro città e l’aeroporto) ad una società privata ma poi non controlla se quel servizio viene svolto a regola d’arte.

Claudio: “Il mio danno? 1200 euro che non rivedrò mai”

Facciamo un passo e raccontiamo la storia di Claudio M: “Nel 2008 ho acquistato due biglietti per il trasferimento dal centro città londinese  all’aeroporto si Stansted. Una volta recatomi all’appuntamento, alla fermata dell’autobus c’era molta folla fatta di persone che avrebbero dovuto salire sull’autobus precedente al mio. Quando è arrivato il bus, ha caricato i passeggeri della corsa precedente lasciando a terra me e gli altri passeggeri che come me avevano acquistato il biglietto per quell’orario“. Insomma, il Terravision aveva accumulato ritardo e più passava il tempo, più aumentava. “Una volta riusciti a salire su un autobus, con enorme ritardo rispetto a quello prenotato, il resto l’ha fatto il traffico cittadino. Morale? Siamo arrivati in aeroporto e il nostro aereo Ryanair era già partito”. Claudio ha dovuto pernottare (con sua moglie) una notte in aeroporto e acquistare un nuovo biglietto per il giorno successivo volando non su Forlì, la sua città, ma su Ancona. Il danno? circa 1200 euro. Non poco soprattutto se lo moltiplichiamo per il numero di passeggeri che come Claudio ha dovuto rinunciare a tornare a casa nel giorno stabilito.

Reclami e raccomandate: Terravision non “sente”

Ovviamente Claudio ha inoltrato il reclamo e nell’immediato si è rivolto anche ad un’associazione dei consumatori della sua città ma Terravision (furba!) non ha mai ritirato la raccomandata con cui l’avvocato dell’associazione quantificava il danno del suo associato. Insomma, un “bel” modo di fare soldi a danno dei consumatori. Terravision non fa sconti neanche ai suoi dipendenti: anzi è anche nel malcontento dei lavoratori che si celano i motivi del disservizio: “Parlando con chi ci lavora – conclude Premuti – abbiamo scoperto che la storia è fatta anche di stipendi non pagati, di dipendenti che si rifiutano di montare su autobus che non rispettano le più elementari norme di sicurezza (sulla pagina Fb c’è una foto di un autobus con le gomme liscissime) e, infine, di un parco autobus ridotto all’osso, con bus pignorati”.

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