Venerdì 2 dicembre si chiuderanno i cinque giorni che gli obbligazionisti subordinati di Monte dei Paschi di Siena hanno per decidere se “scambiare”, cioè convertire, i loro bond (coinvolte 10 serie di titoli) – il cui valore è pressochè azzerato e non sono più vendibili sul mercato – in azioni del gruppo, titoli di rischio per definizione, che lo sono ancora di più visto che il piano di salvataggio dell’istituto di credito più antico d’Italia non è detto che vada a buon fine.
Se infatti lunedì 5 dicembre – il giorno dopo il referendum costituzionale al cui esito molti analisti legano nuove, forti, turbolenze finanziarie – si scoprirà che tra “convertendo” e disponibilità dei soci, i 5 miliardi di rafforzamento del capitale non saranno stati raggiunti, si potrebbe aprire la strada del bail-in per il Monte dei Paschi. Un’evenienza che, secondo gli analisti, potrebbe non essere scongiurata anche se l’aumento di 5 miliardi di capitale fosse raggiunto.
Lo spettro del bail-in
Dobbiamo quindi prepararci al peggio? Se fallisce il piano di salvataggio interno e dovesse intervenire lo Stato, si aprirebbero le porte al bail-in ovvero saranno chiamati a contribuire al salvataggio della banca anche i risparmiatori. Il sacrificio sarà obbligatorio per azionisti e obbligazionisti della banca fino a un massimo di 13 miliardi di euro (l’8% di 160 miliardi di passività della banca). Ma se il contributo pubblico e quello dei possessori di titoli di rischio non dovesse bastare, potranno essere chiamati a “coprire” il buco anche i correntisti ma con le cifre che eccedono i 100mila euro. Ovvero: chi ha una liquidità in conto corrente superiore a 100mila euro dovrà , per la parte eccedente ai 100mila euro, contibiuire al bail-in.
I correntisti sono al riparo?
I semplici correntisti possono stare sicuri? Anche in caso di crac la loro liquidità sarà garantita? Il Fondo interbancario di tutela sui depositi “copre” fino a 100mila euro. E in questi anni, anche di fronte al “fallimento” di Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca delle Marche, il ricorso al Fondo non è stato, fortunatamente, non è stato così frequente. In molti si chiedeono se il Fondo di tutela possa funzionare per una banca come Mps, Too big to save, ovvero troppo grande per essere salvata. E nel dubbio? Tanti correntisti prendono seriamente in considerazione in queste ore di trasferire i propri risparmi in altre banche ritenute più affidabili.