Un anno fa, esattamente il 24 novembre 2015, pubblicavamo i risultati del nostro test sulla marijuana acquistata nelle principali piazze di spaccio italiane con un titolo di copertina che non lasciava dubbi “Cosa ci fate fumare”. Le nostre analisi rivelarono un’erba Ogm, più drogante, con un tenore alto di Thc , lontana dalla cannabis tradizionale. Insomma un prodotto contaminato e pericoloso per la salute dei consumatori e reso tale dagli interessi dei narcotrafficanti.
Le analisi svizzere
Un anno dopo è l’Università di Berna, in Svizzera, a confermare la contaminazione della cannabis: su 191 campioni analizzati ben il 91% è risultato inquinato da sostanze tossiche. Quali? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: lacca, lana di vetro, piombo, alluminio, ferro, cromo, cobalto ed altri metalli pesanti altamente nocivi.
L’aggiunta di queste sostanze non è casuale: vengono utilizzate proprio per far aumentare il peso del “carico” oppure per colorare la marijuana e renderla più “appetibile” agli occhi dei consumatori. Coprire la marijuana con la lacca di vetro poi serve a dare un effetto di cristallizzazione che la rende ancora più invitante.
Proviene dall’Italia
Gli analisti sostengono che gran parte della marijuana che circola in Svizzera provenga dall’Italia, che sia cioè “intermediata” dai cartelli mafiosi e poi spacciata in tutta Europa. Quindi anche i consumatori italiani sarebbero esposti a questo tipo di rischio (malattie respiratorie e danni al sistema nervoso) fumando una marijuana così contaminata.
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“Legalizzare fa bene”
I risultati dell’Università di Berna hanno riaperto il dibattito sulla necessità di legalizzare la cannabis anche per contrastare la diffusione di un’erba tossica e geneticamente modificata. L’intergruppo parlamentare cannabis legale continua la sua battaglia, è notizia di pochi giorni fa che, un’inedita alleanza, in chiave proibizionista, tra Pd e Lega hanno bocciato la proposta di legge per legalizzare la cannabis di Sinistra Italiana.