Contro l’ipotesi di Trenitalia di aumentare i biglietti dell’Alta velocità e di istituire un “numero chiuso” sugli abbonamenti la Federconsumatori è pronta a presentare un esposto all’Autorità dei Trasporti.
Il tutto nasce dalle dichiarazioni dell’amministratrice delegata di Trenitalia Barbara Morgante all’audizione di ieri in commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato: l’azienda non intende cancellare, come temevano i pendolari, gli abbonamenti per i treni dell’alta velocità. Ma, dal prossimo anno, le tariffe saliranno e non ci sarà più soltanto il semplice mensile ma abbonamenti dal lunedì al venerdì o per tutta la settimana il cui costo varierà a seconda della scelta.
“No al numero chiuso”
Una parziale marcia indietro che però secondo le associazioni dei pendolari da un lato penalizzerà l’utenza con prezzi elevati e dall’altra rischia di mettere un tetto agli abbonamenti. “Chiederemo all’Autorità di intervenire perchè non potrà mai essere fissato un limite alla possibilità di abbonarsi”, spiega Bruno Albertinelli, responsabile nazionale Trasporti della Federconsumatori. Per spiegare le proprie ragioni la Federconsumatori invierà una richiesta alla commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato per essere audita in merito alla questione degli abbonamenti.
Braccio di ferro al Tar
Nel frattempo prosegue il braccio di ferro tra i pendolari e l’azienda. Il Comitato nazionale pendolari Alta velocità è ricorso al Tar del Piemonte contro la delibera dell’Autorità dei trasporti perchè, pur stabilendo delle garazie non prevede però l’obbligo degli abbonamenti da parte delle aziende. La Ntv, la società di Italo, ad esempio ha già deciso di sopprimerli. Trenitalia invece ha addirittura presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica sostenendo che la direttiva privilegia gli abbonati rispetto agli altri utenti. Trenitalia infine da sempre sostiene che essendo l’Alta velocità un “servizio a mercato” e non “universale” è libera di determinare le condizioni commerciali. Un punto da sempre criticato dalle associazioni degli utenti. “Nei fatti, nel tipo di domanda che soddisfa e anche nella derivazione pubblica degli investimenti sulla rete – conclude Albertinelli – l’Alta velocità deve essere inserita nel servizio di trasporto universale e Trenitalia non può non tenerne conto”.