Di fronte al guasto della lavatrice spesso siamo portati a domandarci: mi conviene comprarne una nuova oppure ripararla? Molto spesso però siamo costretti a buttarla perchè i pezzi di ricambio non sono più disponibile. E questo perchè, come mostra la tabella qui sotto, le aziende per un determinato modello o linea di prodozione non fabbricano in eterno i pezzi di ricambio. Anzi ci sono aziende come Miele che garantiscono la produzione dei pezzi di ricambio fino a 11 anni ma molte sono quelle lo fanno per 10 anni (Aeg, Bosch, Elettrolux e Siemens tra le altre). Tuttavia non mancano quelle che, scaduti i due anni di garanzia, di fatto costringono il consumatore ad acquistare un modello nuovo. Franke, Indesit e Lg per fare alcuni esempi producono pezzi di ricambio fino a 5 anni. Poco di più fa Samsung, Hoover e Whirlpool: 7 anni.
I dati sono stati diffusi in Francia dall’associazione di categoria dei produttori, Gifam, che ha stilato una lista suddisa per grande e piccoli elettrodomestici. L’intervento non è stato causale ma di fondo motivato dalle pressione delle autorità di controllo francesi. Oltralpe da qualche anno è in vigore una legge nazionale per contrastare l’obsolescenza programmata, ovvero la vita breve degli elettrodomestici “decisa” dai costruttori per favorire un nuovo acquisto, che impone ai produttori e ai rivenditori di fornire ai consumatori quante più informazioni possibili sul prodotto che stanno scegliendo. Le autorità di vigilanza della concorrenza e della tutela dei consumatori ha avviato da tempo un’indagine per verificare i produttori e le strutture di vendita rispettassero i nuovi obblighi di trasparenza verso i consumatori, come ad esempio quelli di informarli sulla “scadenza” dei pezzi di ricambio.
I risultati? Deludenti visto che le autorità di controllo hanno accertato che più di un terzo delle strutture di vendita e dei produttori non rispettava i nuovi obblighi di trasparenza informativa. Da qui la minaccia di sanzioni salate. E le aziende, attraverso l’associaizone di categoria sono corse ai ripari. Ma in Italia quando potremmo contare su queste informazioni?