Estee Laudeer e Revlon maglia nera per microplastiche nei cosmetici

Il Parlamento britannico vuole vietare l’utilizzo di microsfere di plastica nei prodotti cosmetici e nei dentifrici. Come spiegato da un recente rapporto di Greenpeace le microplastiche sono elementi molto inquinanti, che spesso contengono sostanze tossiche come gli ftalati, il bisfenolo e il Pcb, e che oltre a danneggiare la fauna marina, potrebbero risalire la catena alimentare e venire ingeriti anche dagli esseri umani che consumano il pesce. Per questo i membri del Parlamento britannico spingono per un divieto mondiale delle microsfere di plastica utilizzate come esfolianti nei cosmetici, nei prodotti di bellezza e nei dentifrici. Alcuni Paesi, tra cui gli Stati Uniti, hanno già vietato l’utilizzo delle microsfere nei prodotti per l’igiene personale a partire dal 2017. In altri Stati come Taiwan, Regno Unito, Australia e Canada sono in discussione proposte normative per proibirne l’uso. In Italia, invece, grazie anche all’impegno dell’Associazione Marevivo, solo poche settimane fa è stata presentata una proposta di legge per vietare l’utilizzo di queste microsfere in cosmetici e prodotti per l’igiene personale.

I brand che non vogliono rinunciarci

Poche settimane fa Greenpeace East Asia ha valutato in base all’utilizzo di queste particelle i trenta più importanti marchi internazionali di prodotti cosmetici e per l’igiene personale scoprendo che alcuni dei più noti per la cosmesi si stanno impegnando per eliminare l’uso di microplastiche, mentre altre non riescono a farne a meno. Revlon, Amway e Estee Laudeer sono le 4 grandi aziende che fanno uso di microplastiche nei loro prodotti e sono meno disposte a cambiare rotta.  Di seguito la classifica completa.

La classifica

microplastiche