Poche incombenze sono capaci di creare stress come i rapporti con le compagnie di telecomunicazione quando sorgono problemi. Attivare un contratto o disattivarlo, tentare un passaggio d’intestazione o reclamare per un disservizio. Tutte attività infinitamente più facili a dirsi che a farsi. E in molti casi, tentare l’approccio telefonico, chiedendo a un operatore le istruzioni per risolvere il proprio problema, si rivela solo fonte di altro indicibile nervosismo, tra labirinti di voci automatiche che non portano mai a un essere umano dall’altra parte della cornetta, e risposte vaghe.
Bloccare gli addebiti ingiusti
Uno dei motivi più ricorrenti di litigio con l’operatore è proprio quello di una bolletta con importi ritenuti ingiusti. Come reagire?
Intanto inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui si segnala l’errore contenuto nel conto telefonico e si avverte l’azienda che non si ha intenzione di pagare. Nonostante ciò, l’utente potrebbe trovarsi tartassato dalle telefonate del recupero crediti a cui i gestori si affidano spesso. Attenzione, però: la legge vieta in prima battuta una pratica del genere. Le compagnie telefoniche sono tenute a tentare prima una conciliazione stragiudiziale. E la contestazione in sé blocca qualsiasi richiesta di pagamento.
Se incappate in problemi di questo genere qui trovate il facsimile da scaricare e adeguare per compilare inviare la raccomandata. Quello che pubblichiamo è il modulo per addebiti per un’utenza già disdetta ma può essere facilmente adattato in caso di contestazioni più generiche.