Un’indagine dei Nas per veriifcare la qualità dei cibi distribuiti nelle mense scolastiche. Ad annunciarla, nel corso dell’assemblea di Federalimentare, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “L’alimentazione nelle scuole è importantissima, ho mandato i carabinieri per fare controlli a campione nelle scuole italiane per verificare se la qualità dei cibi richiamati nelle diete sia consono con la qualità garantita ai nostri bambini”.
Il punto sui controlli – ha aggiunto la Lorenzin – sarà fatto ogni tre mesi. L’attenzione sull’alimentazione dei bambini è molto alta – ha spiegato il Ministro – dal momento che è a scuola che i bambini imparano a mangiare.
Un italiano su 5 insoddisfatto della qualità
L’indagine dei NAs ha preso le mosse dalle segnalazioni inviate dai genitori al ministero confermate, tra l’altro, in un recente sondaggio della Coldiretto secondo cui il 20% degli italiani ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti mentre il 42%la ritiene appena sufficiente.
Non è un caso che una netta maggioranza (l’83%) – ha sottolineato la Coldiretti – ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 13% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.
La best practices di Pollica
Eppure, una mensa “migliore” è possibile come ci dimostra il comune di Pollica, un piccolo paesino della provincia di Salerno, che ha dato il via ad progetto pilota assieme all’azienda di ristorazione Ri.Ca. srl, e con l’aiuto dell’Università Federico II di Napoli, e dell’Ordine Nazionale dei Biologi. Nelle scuole del comune, ai bambini viene proposto un menu tipico della dieta mediterranea: olio extravergine d’oliva, pane integrale, verdure, legumi, pesce azzurro, frutta rossa e frutta secca.
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Mangiare bene è un investimento contro l’obesità
“Non dovremmo spaventarci di qualche euro in più per i pasti dei nostri bambini – ci spiega Alberto Ritieni, Professore di Chimica degli Alimenti del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II. “Né si dovrebbe spaventare il ministero nel finanziare la differenza con un pasto ‘normale’. Si tratterebbe, infatti di una scommessa a vincere, dato che un’alimentazione sana è certamente un investimento contro l’obesità, il diabete e le molte malattie indotte dalla cattiva alimentazione. Sarebbe di certo un investimento di gran lunga più produttivo di quello che si fa per la propaganda della sana alimentazione nelle trasmissioni, negli spot, nei dépliant istituzionali”.