Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sulla base del parere Efsa sulla tossicità dell’olio di palma, chiede alla Ue di “adottare misure” urgenti per “tutelare la salute dei cittadini europei”.
L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha valutato i rischi per la salute di alcune sostanze, tra cui il 3-Mcpd e il Ge, che si formano durante la raffinazione degli oli vegetali ad alte temperature (circa 200 gradi) e presente in particolar modo nell’olio di palma. Il glicidolo (composto originario di Ge) è genotossico e cancerogeno. Scrive ora l’Efsa: “I più alti livelli di Ge, così come 3-Mcpd e 2-Mcpd (compresi gli esteri) sono stati trovati in oli di palma e grassi di palma, seguito da altri oli e grassi” e, specie per alcune categorie di consumatori, come quelli da 3 a 18 anni, queste sostanze rappresentano un problema per la salute.
A partire da questa valutazione, espressa dal Gruppo degli scientifici dell’Efsa sui “contaminanti nella catena alimentare – Contam”, il ministro Lorenzin ha chiesto “al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis, per il tramite della nostra Rappresentanza presso le Istituzioni comunitarie di Bruxelles, di avviare con urgenza l’esame della questione nei gruppi tecnici competenti presso la Commissione al fine di valutare l’eventuale necessità di procedere all’adozione di misure, anche in via precauzionale, finalizzate alla tutela della salute dei cittadini europei”.
L’industria dolciaria: “Faremo le scelte giuste”
Nel report dell’Efsa si legge che per i consumatori dai tre anni in su sono sopratutto i prodotti da forno a base di margarina e oli vegetali, le merendine e i dolci contententi olio di palma “le principali fonti di esposizione a queste tre sostanze” indesiderate. “L’olio di palma – prosegue l’Efsa – fornisce un importante contributo ad esporre la maggioranza dei consumatori al 3-Mcpd e 2-Mcpd”.
Mentre sono molte le aziende che hanno annunciato di aver sostituito questo grasso vetegale con altri, l’industria deve confrontarsi ora con il severo giudizio espresso dall’Efsa. In una nota, l’Aidepi, l’Associazione industriali della pasta e del dolce italiani spiega: “Abbiamo seguito con la massima attenzione la diffusione del parere sulla presenza dei contaminanti 3-Mcpd e Ge in molti alimenti inclusi alcuni prodotti da forno e, come sempre abbiamo fatto in passato, ci impegnano fin da ora a fare, nel più breve tempo possibile, tutte le scelte necessarie per la massima tutela della salute del consumatore“. “Ogni indicazione dell’Efsa è per noi un riferimento – prosegue la nota – e con questo obiettivo ci siamo già messi in contatto con il ministero della Salute per valutare insieme come procedere dando la nostra massima disponibilità”.
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Le analisi di Test-Salvagente in edicola il 24 maggio
Sul prossimo numero di Test-Salvagente in edicola il 24 maggio pubblicheremo le nostre analisi su oltre 50 oli per valutare la concentrazione del 3-Mcpd. Dati interessanti che dimostrano come non solo le alternative al palma esistono ma come la stragrande maggioranza degli oli vetegali hanno un contenuto di 3-Mcpd molto inferiore a quello del palma.
Sul 3-Monocloropropandiolo l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha di fatto più che dimezzato la dose giornaliera amissibile che passa da 2 a 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. E mette in guardia i giovani consumatori: “I ragazzi (fino a 18 anni) superano la Tdi (la dose giornaliera ammissibile) e queste sostante sono un potenziale rischio per la loro salute“.
Unaprol: “L’industria usi l’extravergine”
“Bene ha fatto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin a chiedere al Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, di avviare con urgenza l’esame del parere dell’Efsa sull’olio di palma”. Lo dichiara in una nota il presidente di Unaprol David Granieri che si dice preoccupato se dovesse essere confermato il contenuto del documento del gruppo degli esperti scientifici dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare nel quale si segnalano possibili effetti tossici o cancerogeni di alcuni contaminanti di processo di lavorazione dell’olio di palma e in atri oli vegetali.
In Italia – dichiara Unaprol – su un consumo stimato di circa 1 milione 350mila tonnellate di oli commestibili, il consumo di oli di semi (52%), supera quello degli oli di oliva in generale. “Se dovessero essere confermati i possibili effetti tossici dovremmo intervenire – afferma Granieri – per tutelare la salute dei consumatori e aprire un confronto serio con le aziende della pasta e del dolce italiani per orientare le loro scelte aziendali verso l’impiego di olio extravergine in sostituzione di oli di semi che non hanno caratteristiche organolettiche e qualitative superiori come appunto possiede l’olio extra vergine di oliva di qualità italiano”.