Il dibattito sull’olio di palma e sugli effetti sulla salute causati dal suo abuso sbarca in Parlamento, sotto forma di proposta di legge. I senatori di Sinistra Italiana Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino hanno presentato al Senato il Ddl firmato insieme ad alcuni compagni di partito tra cui Loredana De Petris e a dei colleghi del Gal e del Gruppo misto, per limitare l’impiego dei “prodotti contenenti elevati livelli di acidi grassi saturi, zuccheri aggiunti e dolcificanti artificiali”.
Via da scuole e ospedali
Il testo, che non fa riferimento solo all’olio di palma ma anche alle bibite gassate è composto da 3 articoli. Il primo prevede che prodotti come l’olio di palma siano vietate nei “servizi di refezione scolastica e ospedaliera”. L’articolo 2, invece, è riferito al trattamento fiscale dell’olio di palma e dei grassi idrogenati e prevede di innalzare l’Iva su questo prodotto dal 4 al 22 per cento, con l’obbiettivo di favorire l’adozione di oli più salubri, come quello di girasole e mais, mentre l’aliquota sui grassi idrogenati e parzialmente idrogenati passerebbe dal 10 al 22 per cento (va detto che questi ultimi sono ormai poco utilizzati dall’industria agroalimentare, a causa degli aspetti cancerogeni provati). Anche per le bevande con alti livelli di zuccheri aggiunti e dolcificanti artificiali l’Iva passerebbe dal 10 al 22 per cento anche l’Iva, e per queste la legge prevede un ulteriore prelevo fiscale per campagna informative per una corretta alimentazione.
Aumentare l’Iva e usarla per l’educazione alimentare
il Senatore Fabrizio Bocchino ha spiegato: “Il maggiore gettito fiscale generato sarà dedicato, così prevede la legge, alla realizzazione di campagne di educazione alimentare nelle scuole, in particolare nella scuola primaria, perché è proprio tra i bambini che si registra un rapido e preoccupante incremento del sovrappeso”. In Italia, il 32 per cento dei bambini è obeso, mentre in generale l’obesità colpisce un italiano su 10.”Assumiamo ogni giorno più grassi di quanti sarebbero necessari”, ha ricordato Laura Di Renzo, ricercatrice del Dipartimento di Medicina e Prevenzione, Università Roma 2-Tor Vergata, “proprio perché sono nascosti. Sovrappeso e obesità sono tra le cause principali delle malattie cosiddette non trasmissibili, dal diabete alimentare alle patologie cardio vascolari e del fegato, cui si deve il 60 per cento della mortalità a livello globale”.
Per l’Efsa sospetto di tossicità
Proprio l’olio di palma contiene un’alta percentuale di grassi saturi (in genere superiore al 50 per cento), e se non bastasse è recentissima la denuncia dell’Efsa, secondo cui la sostanza 3-Mcpd, che si sviluppa durante il processo di raffinazione, è presente in maniera maggiore in questo prodotto che in altri simili. “Vogliamo un circolo virtuoso, che progressivamente contribuisca all’adozione di uno stile alimentare più sano, pur tenendo conto che oggi un ritorno alla dieta mediterranea degli anni 50 e 60, fatta di cibi freschi, molte verdure, legumi, frutta, è quasi impossibile”, ha detto il Senatore Francesco Campanella, aggiungendo: “E vogliamo farlo facendo leva sulla responsabilità sociale delle grandi e piccole imprese del settore alimentari, a cominciare dalle multinazionali, che fanno un uso massiccio di olio di palma”, al punto che l’Italia è il primo importatore a livello europeo di questo prodotto”.